Scrittrici, artiste, scienziate, pioniere. Per molti secoli (e in alcuni Paesi del mondo ancora è così) a una donna serviva tanto coraggio anche solo per alzare gli occhi. Per non tacere davanti a un uomo. Per avere una sua idea personale. Per provare a esprimerla.
Il coraggio delle donne, nella storia, non è fatto tanto di condottiere o di eroine (anche se ce ne sono state), ma soprattutto di quelle che hanno provato, per la prima volta, a spezzare la consuetudine, o la legge, o la norma religiosa, che le voleva figlie, mogli e madri silenziose, obbedienti, devote. Capaci di amare, ma non di avere un pensiero, un talento, una visione originale. Perciò, per ogni donna che con fatica ha provato a esprimersi, ce ne sono tantissime che hanno rinunciato in partenza. Che non hanno osate alzare la testa. Che hanno archiviato le loro capacità come “inutili”. O che hanno dovuto ritirarsi davanti ai divieti, ai giudizi negativi, da parte degli uomini ma spesso anche delle altre donne.
Negli anni, le donne che hanno provato a realizzare il loro talento, per il disegno o la musica, la poesia o la scrittura, la matematica o la scienza, hanno dovuto far ricorso a tanto coraggio per farsi avanti, per spezzare la barriera, per farsi largo in un mondo al maschile pronto a ricacciarle “al loro posto”, a deriderle, a ridurre le loro creazioni a piccole cose, a tentativi inutili, insignificanti. A volte si sono mosse con cautela, un passo dopo l’altro, per non essere fermate. Altre volte hanno dovuto camuffarsi, assumere un nome al maschile perché il loro talento fosse preso in considerazione senza badare al sesso. Altre volte ancora sono state apertamente in sfida, anticonvenzionali.
A loro dedichiamo una nuova serie di podcast, che comprenderà figure diverse. Donne che hanno inventato qualcosa, e sono riuscite a far conoscere il loro progetto: sapevi, per esempio, che a inventare la lavapiatti è stata una donna, Josephine Cochran? Oppure che hanno espresso il loro talento nell’arte, come Artemisia Gentileschi, la pittrice del Seicento celebre per l’intensità delle sue tele. O ancora, donne che hanno esplorato nuovi mondi, come Freya Stark o Isabelle Eberhardt, grandi viaggiatrici e pioniere. O ancora, donne che sono entrate nel santuario delle discipline scientifiche, come Marie Curie, prima a ricevere il Nobel per la fisica, o Mary Wortley, che scoprì il vaccino anti vaiolo.
Ma ci saranno anche donne che, con le loro scelte e le loro convinzioni, hanno dato scandalo, spezzando le consuetudini e le norme sociali dell’epoca, dalla monaca di Monza, esempio delle tantissime ragazze costrette a prendere il velo contro la loro volontà, a Josephine Baker, cantante e danzatrice, ma anche donna impegnata nello spionaggio e a favore dei deboli.
E, tra le donne coraggiose, anche tante scrittrici, giornaliste o poetesse. Che hanno usato la penna, e più tardi la macchina da scrivere, per condividere emozioni, storie e pensieri in cui migliaia di lettrici e lettori si sono riconosciuti negli anni. Queste voci ancora ci parlano, attraverso i loro scritti, e ci sono vicine. Alcune di loro, come Emily Bronte, hanno dovuto inizialmente firmare con il nome di un uomo per poter entrare nel mondo editoriale: l’autrice di un capolavoro come Cime tempestose all’esordio si firmava Ellis Bell. Altre, come Beatrix Potter, l’autrice delle storie del coniglio Peter Rabbit, hanno lottato per arrivare a esprimersi. Altre ancora, come Alda Merini, hanno attraversato lunghi momenti di buio, prima di arrivare alla stabilità e al successo.
I primi tre podcast della serie sono dedicati a queste tre autrici: Emily Bronte, Beatrix Potter, Alda Merini. Tre donne creative, ricche di tenacia e coraggio, che ancora oggi sentiamo vicine.
Cerca le loro storie nella sezione Podcast oppure segui questi link. Oppure puoi ascoltarli sulle principali piattaforme come Spotify, Spreaker, Audible.
Ultimi commenti