di Tiziana Pasetti
Trama – Tristezza, Rabbia, Pace, Ansia, Colpa, Depressione, Vergogna, Paura, Colpevolezza, Gratitudine, Autostima, Orgoglio, Amore, Gioia, Soddisfazione, Appagamento, Speranza. Queste alcune delle emozioni che vanno e vengono dal Grand Hotel a loro dedicato. Ce ne sono tanti, sparsi in ogni dove, e ogni struttura ha un direttore o una direttrice a gestire il via vai. Ogni emozione, infatti, dalla più allegra alla più cupa, è sempre e solo di passaggio. L’importante è essere ospitali, fare in modo che la camera assegnata sia la più adatta, la più accogliente. Alcune emozioni amano stare insieme nella hall, amplificarsi. Altre sono solitarie, preferiscono un luogo nascosto. Mai, però – e questo fa la differenza tra un bravo direttore e uno poco avvezzo alle regole dell’hotellerie – non riservare anche a loro coccole e attenzioni. Ogni emozione è in viaggio e ogni volta che arriva ha una storia da raccontare, un motivo che l’ha spinta a sostare per uno o più giorni al Grand Hotel. Ogni emozione, poi, riparte. Difficilmente va via come era arrivata: i suoi mutamenti, la sua soddisfazione, le sue trasformazioni, dipendono dall’abilità organizzativa del direttore. Far sì che l’Amore non voglia andare mai via, come la Pace. E che altri, l’Ansia, la Rabbia, vadano via più sereni.
Un assaggio – Benvenuti al Grand Hotel delle Emozioni. Sono la direttrice e il mio compito è prendermi cura delle emozioni che soggiornano presso di noi. Ogni giorno è diverso al Grand Hotel delle Emozioni. Non si sa mai chi stia per arrivare. Alcuni ospiti sono particolarmente piacevoli e altri…beh, diciamo che sono un po’ più complicati da gestire. Nessun ospite, però, viene mai allontanato. Troviamo posto per tutte le emozioni, per quanto complesse possano essere. Tristezza, ad esempio, è maldestra. Allaga sempre il bagno. E, a volte, anche la stanza sottostante. Quando Tristezza è qui, cerco di fare silenzio perché la sua voce è sottile. Se non riuscissi a sentire, non capirei che cosa mi dice. E lei rimanderebbe la sua pazienza. Rabbia, invece, è estremamente CHIASSOSA. Tanto che le pareti tremano al suono della sua voce. Rabbia necessita di molto spazio, quindi le abbiamo riservato la stanza più grande dell’albergo. Tempo fa ho fatto l’errore di metterla in una stanzetta un po’ appartata, in modo che non disturbasse gli altri ospiti. Presto, però, ho scoperto che quando Rabbia viene reclusa, può trasformarsi in una serie di altri sentimenti: Colpa, Depressione e persino Vergogna. È meglio, quindi, concederle lo spazio per sfogarsi, in modo che se ne vada rapidamente. Dopo la sua partenza, l’Hotel è improvvisamente silenzioso. Solo in quel momento arriva Pace. Pace accetta le cose per quello che sono e non crea mai problemi. Vorrei che Pace rimanesse con noi per sempre.
Leggerlo perché – Tedesca, figlia di una coppia serba fuggita dalla Jugoslavia in dissoluzione armata, Lidia ha presentato Il Grand Hotel delle Emozioni come progetto di tesi al suo master in Comunicazione e Design a Potsdam nel 2022. Immediatamente le è stata proposta la pubblicazione. Si tratta di un cartonato illustrato, tavole deliziose, un concept pazzesco per far capire in modo semplice ai bambini (e ricordarlo anche a noi stessi, a ogni età) che ogni emozione deve essere accolta, ospitata, ascoltata, ‘servita e riverita’ con dedizione. Essere un hotel, una vita, a 5 stelle Lusso dipende da noi. È uno di quei libri che ti viene voglia di abbracciare, baciare, ballarci insieme, farlo affacciare alla finestra, regalarlo a chiunque. È uno di quei libri rifugio da tenere sul comodino, in bella vista, da sfogliare e risfogliare, da respirare. Aria – e carta – cristallina.
Lidia Brancović, Il Grand Hotel delle emozioni, la Margherita
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