Alcol e minori, serve più prevenzione

Mondo
Ascolta la storia

Il 25% dei consumatori di alcol è minore di 18 anni, un dato allarmante di un fenomeno che va affrontato con un'azione educativa

Nel nostro Paese adolescenti e preadolescenti consumano sempre più spesso alcolici. Già nel 2019 il 20% dei ragazzi beveva abitualmente birra e liquori e, oggi, tra i consumatori di alcol il 25% è rappresentato da minorenni. Questi numeri meritano attenzione perché possono aiutare a comprendere e arginare l’allarmante fenomeno della dipendenza dall’alcol. Infatti, molti giovani del post Covid non si limitano a un bicchiere di Prosecco di tanto in tanto, ma consumano quantità inammissibili di alcolici. Il problema riguarda, purtroppo, anche fumo e droghe.

Bere nuoce gravemente alla salute e può creare problemi di vario genere, si sa. Ma che cosa spinge a esagerare con gli alcolici? Sicuramente la facilità con cui i minori possono reperire birre e liquori vari contribuisce all’utilizzo smodato e irresponsabile di queste bevande. Subdole perché, per esempio, sembrano favorire la capacità di esprimere liberamente pensieri, rabbie e desideri. A questo proposito, è importante puntualizzare che molto spesso i giovani, dopo aver bevuto, promuovono comportamenti aggressivi e violenti senza però provarne vergogna. Ma ci sono altri aspetti del problema che andrebbero indagati. Per esempio, l’assunzione smodata di alcol e superalcolici può spingere a esperienze d’iniziazione alla sessualità che invece andrebbero gestite in maniera più consapevole. Ubriacarsi diventa, poi, per i ragazzi l’alibi, ovviamente deleterio, che permette di sperimentare lo sballo, una perdita di controllo che, al contempo, risulta essere anche un atto di accusa. Un’accusa indiretta e provocatoria che denuncia l’incapacità di tanti adulti, tra cui genitori, educatori, operatori del sociale, della cultura, della spiritualità, della comunicazione, della salute e della legalità. Adulti che hanno dimostrato di non sapere, affettivamente ed educativamente, guidare e orientare la crescita e lo sviluppo psicofisico delle vite dei minori di cui dovrebbero occuparsi.

C’è di più. Il consumo eccessivo di alcol può essere interpretato come una protesta contro l’esempio ricevuto proprio dagli adulti e dalla società, che per primi non mettono al primo posto la libertà da ogni condizionamento e dipendenza e non sono sempre in grado di rispettare regole, leggi e passaggi necessari per raggiungere e gestire le diverse fasi dell’esistenza.

Per tutte queste ragioni si rende prioritario promuovere ancora di più la “formazione dei formatori” e attivare una prevenzione dell’alcolismo che soprattutto la scuola non può più rimandare. Poiché la seconda agenzia educativa deve, oggi ancora di più, fungere da raccordo tra famiglie, ragazzi, sociale e mondo virtuale. La scuola non può né deve rimandare questo fondamentale compito di prevenzione dell’alcolismo, come invece ha fatto per l’educazione civica e sessuale, purtroppo tuttora carente negli istituti italiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Confidenze