Perché l’abbandono è un gesto inumano

Cuore
Ascolta la storia

Chi rifiuta cani, gatti o altri animali (e purtroppo succede ancora spessissimo) rinuncia alla parte migliore di sé. Quella che ha bisogno di cura e amore e che è in grado di trasmetterli agli altri

Nel 2023 sono stati abbandonati 85.000 cani domestici: +8,6% rispetto al 2022. In Italia l’abbandono è un reato, ma non c’è solo l’aspetto penale da considerare. Chi rifiuta un animale, di fatto lascia andare anche la parte migliore di sé. Ovvero quella che ha bisogno di amore. Un sentimento che cani e gatti, ma anche pesci, criceti, uccelli, ci donano perché sono loro ad accudirci emotivamente, sia quando ci prendiamo cura di loro, sia quando chiediamo compagnia e difesa.La presenza in casa di qualsiasi animale è anzitutto stimolo a prenderci cura di una parte di noi che non si esprime a parole ma che ha bisogno di sostegno, di compagnia, di cura proprio come suggeriscono i nostri amici animali. E, spesso, proprio a loro sono legati momenti di tenerezza, leggerezza, buonumore, sia osservando come scelgono il rapporto da stabilire con ogni membro della famiglia, sia quando li si porta fuori per consentire loro di fare i bisogni o correre liberamente. E, in verità, gli animali sono ormai i compagni, amatissimi, disponibili e fedeli (come raramente può esserlo una persona) nella vita di tanti uomini, donne, anziani ma, anche giovani e bambini, Molti studi hanno dimostrato che l’interazione persona- animale in quanto fonte piacevole e rilassante di contatto, sicurezza e tranquillità, può avere un effetto significativo nella riduzione dello stress e dell’ansia. Ai bambini, poi, gli animali offrono un modo privilegiato per esprimere emozioni e vissuti. Proprio per questo, nella Psicoanimazione, una metodologia di approccio interdisciplinare e psicopedagogico, si ricorre all’uso di fiabe e tecniche di narrazione, utilizzando storie di animali e di famiglie di cani, gatti & C. per permettere al bambino di esprimersi e di raccontare la propria realtà interiore senza timore di giudizi e senza provare sensi di colpa. Infine, nella vita del bambino, l’animale compare sia come oggetto inanimato (di peluche o di gomma), sia come immagine, nelle favole e nei cartoni animati, sia come essere vivente. L’animale, anche nella versione peluche, ha l’importante funzione di mediatore che gli psicologi chiamano “oggetto transizionale”: tale è, per esempio, l’orsetto che tanti bambini stringono a sé prima di addormentarsi, per placare il senso di distacco dalla madre. Nel tempo, il piccolo può ”spostare” sull’animale esperienze ed emozioni per lui importanti, cercando così di elaborarle.

 

aiutano anche il dialogo

In generale, la presenza di un animale migliora la vita delle persone, diminuendo il senso di solitudine e la depressione poiché agisce come supporto sociale e affettivo. Spesso, infatti, cani e gatti sollecitano l’interazione con l’umano di riferimento o stimolano il dialogo tra estranei, come “facilitatori sociali”. Difficilmente, infatti, ci fermiamo a parlare con uno sconosciuto per strada, ma scambiamo facilmente un sorriso con chi porta il cane a spasso. Infine, tenere con noi degli animali sviluppa attenzione e senso di gratitudine, per il calore dell’amore e della compagnia che essi ci garantiscono. ●

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
Confidenze