Ci vorrebbe un amico… è il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso. Quello di una meravigliosa canzone di Antonello Venditti. E, soprattutto, una verità che più assoluta non si può.
A renderla tanto inconfutabile c’è il motto Chi trova un amico trova un tesoro. Ma se vogliamo continuare sulla strada di adagi, aforismi e citazioni, aggiungo le parole «Coloro che eliminano dalla vita l’amicizia, eliminano il sole dal mondo». Pronunciate da Cicerone, secondo il quale (sempre l’amicizia) «Ha tante opportunità che a stento posso enumerare».
In effetti, le occasioni che offre un bel rapporto di stima, simpatia e fiducia sono infinite. Ed ecco il motivo per cui, come la maggior parte della gente, da che ho memoria coltivo questo sentimento con cura al limite del maniacale. E il risultato mi rende orgogliosa delle persone care che mi circondano.
Ma come nasce un’amicizia? Alcune delle mie sono talmente datate che non ho più ricordo della scintilla iniziale. Però so che negli anni, pur essendosi perse, ritrovate, riperse e ritrovate, hanno dato il via a un legame talmente forte che neppure i lunghi momenti di blackout potranno mai scalfire.
Mi concentro, allora, su quelle più recenti. Che hanno visto il loro seme nell’empatia del primo incontro, dove a farla da padrone è sempre stato un magico (e reciproco) mix di interesse, curiosità, voglia di entrare in confidenza.
Immagino che il meccanismo sia lo stesso per tutti. Ma se c’è chi sostiene che per diventare amici occorre essere simili, non sono affatto d’accordo: l’amicizia può scattare anche tra persone diametralmente opposte. A patto che abbiano in comune gli stessi valori.
Mi spiego meglio parlando di me. Sportiva, nevrotica, impulsiva e dal carattere volubile al 100%, vanto al mio fianco amiche più pigre di un gatto in inverno, pacate, ragionevoli e di umore stabile. E se vi chiedete come sia possibile, vi rispondo immediatamente: nonostante l’apparenza, sulle cose importanti la pensiamo allo stesso modo. Il che ci permette di comprenderci, scusarci e accettarci anche quando affrontiamo la vita in modo del tutto diverso.
A tenerci unite, infatti, è qualcosa di così profondo che l’esteriorità non riesce a rivelare. E poi, altra magia, ognuna di noi ha accolto in toto il “pacchetto” che offre l’altra, senza stare a sindacare sui lati meno graditi. Che ci sono. Ma che fanno, appunto, parte del “pacchetto”.
Questo non significa non vedere i difetti, anzi. Semplicemente spinge a non considerarli “colpe”, ma semplici dettagli da tenere in considerazione nel lungo cammino della vita.
E proprio perché la vita è più imprevedibile di un film, non c’è niente di più rassicurante del sapere che puoi condividerla con le persone che hai scelto di avere vicino. E’ vero, ci sono anche i parenti. Ma magari non tutti ti piacciono. Oppure, i mariti e i fidanzati. Che, però, sono sempre potenziali uccelli di bosco.
Non è il caso, invece, di quel tesoro dell’amico, davvero il sole del mondo (Cicerone docet).
Ultimi commenti