Avete presente quando da bambini i “fidanzamenti” iniziavano con un bigliettino che chiedeva timidamente «Vuoi metterti come me?» e la destinataria rispondeva che avrebbe dato una risposta l’indomani?
Da anni mi chiedo perché la prescelta si prendesse sempre una notte prima di impegnarsi. Poi, mi accorgo che all’occhio esterno potrebbe sembrare che la stessa tattica l’abbia usata anch’io. Da grande, però. Per assicurarmi che gli uomini al mio fianco non avessero una mamma al seguito.
In realtà, se non ho mai avuto una suocera è del tutto casuale. Nel senso che prima di baciare qualcuno non mi sono mai permessa di chiedergli informazioni sulla presenza della madre né di porgli altri questiti del genere «Che tipo è?», oppure «Potremmo andare d’accordo?». No, non ho fatto niente di tutto questo.
Eppure, il destino ha voluto che la figura più chiacchierata nelle dinamiche famigliari non entrasse nella mia vita. Quindi, non ho provato quanto possa essere infernale. Ma neppure meravigliosa, come quella descritta nella storia pubblicata su Confidenze in edicola adesso, Una suocera per amica.
Chi ne ha una ingombrante penserà che sono stata fortunata. Lo stesso non si può dire, invece, degli uomini che, insieme a me, si sono inevitabilmente beccati anche la mia mamma. Una donna simpaticissima, intelligente, a tutto sprint e super open mind. Ma anche molto, molto impegnativa. E piuttosto invadente.
A saperlo meglio di tutti è il mio ex marito. Che, in qualità di padre dei miei figli, l’ha frequentata parecchio. E subito ha capito (non ci voleva un genio) che per creare un buon rapporto avrebbe dovuto muoversi su un campo minato.
In effetti, è stato più bravo di lady Diana nelle sue missioni umanitarie. Tant’è che tra genero e suocera è sempre andato (più o meno) tutto bene. Non solo: con uno strategico mix di discrezione e arguzia, lui ha anche saputo gestire l’influenza che la mamma aveva su di me (e che naturalmente io negavo).
Ed ecco come funzionavano le cose. Quando noi coniugi dovevamo prendere delle decisioni, il mio ex marito sapeva che avrei chiesto il parere di mia madre e non ne faceva mistero. Ma se tornavo sull’argomento con idee diverse (cioè quelle della suocera) anticipandole con un generico «Mi hanno detto», fingeva di ignorare la provenienza dei consigli.
Poi, piano piano abbiamo iniziato a dare un volto a «Mi hanno detto», finché è diventato ufficiale che si trattava della mamma. E da lì, Mihannodetto (stavolta scritto tutto attaccato come Annamaria o Giancarla) si è trasformato nel suo soprannome.
Detto questo, siamo tutti convinti che la Marmotta sia stata una bravissima suocera. Incombente, ma disponibile. A volte prepotente, eppure disposta a mollare. Convinta di avere sempre ragione, ma abbastanza ironica da auto prendersi in giro. Generosa. Propositiva. Affidabile.
Innegabile, invece, è che sia stata una nonna assolutamente eccezionale, capace di gestire i nipoti con tenerezza e severità. Tant’è che loro la amano alla follia. Le stanno accanto anche adesso che è un po’ fuori combattimento. E quando io vedo quei tre sgangherati insieme penso che se la prossima vita mi riserverà una suocera, la vorrei proprio come Mihannodetto!
Ultimi commenti