di Tiziana Pasetti
Trama – Fatti coraggio ed esci dalla comfort zone. Dalla comfort zone dei colori che sottolineano le stagioni fashion, dalle passerelle dei nomi che indicano tagli e forme. Dalla comfort zone di galatei che cambiano di tavola in tavola, puzzle strumentali a visioni ormai aziendali e di massa dello stile. Lo stile è la forma dell’istinto, è la voce che della fiducia in sé stessi che bisogna ricominciare a coltivare. Il colore è una parola, ha un’etimologia specifica e nello stesso tempo si declina sulla persona; il colore è il diario della vita, lascia impronte e traccia la storia. Iris Apfel, morta a 102 anni lo scorso marzo, di stile è stata icona e in questa splendida opera sono raccolte le sue parole e le immagini della sua vita, i suoi oggetti amatissimi, in un collage sapiente, armonioso e stimolante. Lo stile, scrive Iris, non è solo una questione di originalità ma anche di coraggio e chi vuol piacere a tutti alla fine non piace a nessuno, “come in tutte le cose, è una questione di equilibrio. E l’equilibrio richiede lavoro. L’unico fallimento è non provarci nemmeno”. Un’introduzione che è un invito, “Metti gli occhiali”, e poi sette capitoli/sezioni per navigare in un mondo accattivante e buono, dove ogni pagina è un invito a osare, divertirsi, godersi il viaggio – è uno solo – della vita, apprezzare la propria bellezza e dare un colore alla felicità. Vi spoilero una frase/sentenza che si trova in una delle ultime pagine, illuminante nella sua semplicità: “La serenità è un look che si adatta a tutte le stagioni”.
Un assaggio – Grazie ai viaggi la mia vita è diventata uno splendido arazzo. Non c’è un luogo dove sia stata che non mi sia piaciuto. Istanbul mi è particolarmente cara, una vera epifania di colori. Quelli del Gran Bazar, pieno di spezie e vestiti strepitosi. Ricordo il colore del cielo di quando risalii il Bosforo con mio padre la prima volta. O di quando ero con Carl e arrivammo in barca dall’Italia, una mattina di primavera. Facemmo il bagno nell’acqua cristallina con i delfini che ci nuotavano attorno. A Bursa, la patria del bagno turco, ti davano delle scatolette dorate dove riporre sapone e asciugamani: inutile dire che me ne innamorai. Conservai la mia, che uso tuttora come borsetta. Londra non ha mai smesso di stupirmi, così come Hong Kong e Berlino. L’Irlanda è incantevole, ci andammo nel 1958 in cerca di pezzi di antiquariato. E poi c’è Amsterdam, coi suoi mercati di fiori galleggianti. Di Barcellona adoro il verde, le stradine tortuose, i gioielli d’argento. E, naturalmente, Antoni Gaudí, con i suoi colori e le forme inusuali. Città del Messico ha un’architettura spettacolare, ma ciò che mi colpì fu la casa di Frida Kahlo e Diego Rivera, la palette più incredibile che abbia mai visto. Colori forti, vividi, audaci: un vero sogno. Nel corso degli anni abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo. Ovunque ti giravi c’erano merciai che vendevano bottoni e merletti. Ricordo anche i pomodori che ti servivano nelle trattorie romane, gli aranci di Villa Doria Pamphili, gli occhi dei camerieri in grembiule che ti servivano il caffè nei bar di Napoli. E ancora, l’architettura moresca di Venezia, le paline a strisce con la vernice dorata.
Leggerlo perché – Leggerlo e soprattutto guardarlo (foto meravigliose, impaginazione deliziosa) perché è una terapia del buonumore, una sorta di libro dell’oracolo: lo apri anche a caso e trovi risposte a quelle domande che si muovono pestifere in ognuno di noi. Regalatelo per Natale, donalo alle persone che ami: è un libro di quelli che restano, che continuano a parlarti, a metterti in connessione con la parte indifesa – e quindi pronta a sbocciare – del tuo cuore, della tua anima.
Iris Apfel, Colourful, Hoepli
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