Michela Vittoria Brambilla: «A chi vuole adottare un amico peloso dico: va accolto come un figlio in più»

News
Ascolta la storia

In copertina del n 50, Michela Vittoria Brambilla. Fa politica per difendere gli animali, ha fondato un’associazione in loro tutela, conduce un programma tivù. E ha tre figli. Le chiediamo: come concilia tutto?

In copertina del n 50, Michela Vittoria Brambilla, onorevole e attivista per gli animali, lancia un messaggio forte: chi pensa di accogliere un cane o un gatto, magari per Natale, deve farlo con consapevolezza. Considerandolo come se fosse un figlio in più.

Nell’intervista che ci ha rilasciato, Michela, in Parlamento da quattro legislature ed ex ministra del Turismo, fa il punto su molte cose. A partire da come concilia l’essere mamma di tre figli (Vittorio, Stella, Leonardo), con l’attività a favore degli animali (ha fondato la Leidaa, associazione molto attiva con migliaia di volontari in tutto il Paese) e con la conduzione televisiva del programma Dalla parte degli animali su Rete4, ogni domenica.

Mamma, deputata (attualmente in forza a Noi Moderati) e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. Come riesci a fare tutto?

«Essere donna aiuta parecchio, perché tutte noi siamo multitasking. Sono anche presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, che raccoglie esponenti di ogni orientamento politico. D’altronde, l’amore per la natura non è né di destra né di sinistra».

Animali e politica sono le tue passioni. Quale delle due prevale?

«La politica è stato il mio mezzo per aiutare i quattrozampe. Ho iniziato la militanza animalista a 13 anni, ma poi ho capito che per difenderli si devono cambiare le leggi. Indignarsi sui social non serve a niente. Ero presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio quando Silvio Berlusconi mi ha chiamata. Anche lui amava gli animali, ne ha sempre avuti tanti. Era molto colpito dalle condizioni di vita negli allevamenti intensivi e lo rattristava la realtà dei canili. È stata sua l’idea di un programma televisivo per promuovere le adozioni. Averci offerto un canale nazionale come Rete4 è stato importantissimo. Nel 2017 è nato Dalla parte degli animali (in onda ogni domenica, h.10.30), il primo programma veramente animalista della tivù italiana».

La “star” della trasmissione è tua figlia Stella. Da grande sogna di diventare conduttrice anche lei?

«No, vuole fare la veterinaria e considera la tivù un mezzo per salvare animali. Accanto a casa abbiamo attivato un Cras (Centro Recupero Animali Selvatici), dove ogni primavera arrivano decine di piccoli caprioli orfani o feriti, che Stella allatta sin da quando era piccola. E poi, ci portano bestiole del bosco incidentate o prese a fucilate, che curiamo».

In Italia esistevano già varie associazioni animaliste. Perché hai deciso di fondarne una nuova?

«Quelle nate nel secolo scorso partivano dall’idea che gli animali, “poverini”, vanno aiutati. Invece, bisogna occuparsene perché sono esseri senzienti con dei diritti. Su queste basi nasce la Leidaa. Oggi siamo presenti sull’intero territorio con decine di migliaia di volontari, attenti all’orso come al topo».

L’impegno politico ti ha permesso di raggiungere risultati di cui sei fiera?

«Tanti, ma ne cito due. Nel 2013 la legge che vieta in Italia l’allevamento di gatti, cani e primati per la sperimentazione. E quella appena approvata alla Camera sul maltrattamento, che inasprisce le pene con multe fino a 30.000 euro per chi uccide o sevizia un animale. Vieta di tenere cani a catena su tutto il territorio nazionale. E punisce l’abbandono».

Che mamma sei? Avere moltissimi impegni ti fa sentire in colpa?

«Non ho tempo per i sensi di colpa e come mamma cerco di fare del mio meglio. Ai miei figli insegno a impegnarsi per le cose in cui credono e a non stare mai con le mani in mano. Sono severa ma anche affettuosa, mi piace coccolarli. A spaventarmi è quello che succede nella nostra società. Il dilagare della violenza, l’uso di stupefacenti fra giovanissimi. Ma non puoi chiudere i figli in casa, il compito è cercare di educarli bene».

Sei felice di essere riuscita a trasmettere loro l’amore per la natura?

«Sì. Anche perché vivere con gli animali è un arricchimento e un privilegio che apre gli occhi su altri mondi. Purtroppo, non tutti i bambini hanno questa fortuna».

Quanti animali ci sono a casa tua?

«Al momento, 14 cani e 23 gatti, molti adottati anziani o acciaccati. Poi, tre caprette che la sera vengono a dormire sul terrazzo. E una volpe che salta sul letto di Stella. Era stata trovata da cucciola, ferita. Ma quando è guarita ed era ora di rilasciarla ci siamo accorti che era epilettica. Nel bosco non sarebbe sopravvissuta, quindi è rimasta con noi. Le caprette, invece, erano fattrici destinate a essere abbattute. Le ho chieste come regalo di compleanno, apprezzate più di un gioiello».

La scuola dovrebbe fare di più per educare al rispetto della natura?

«Serve una vera educazione civica. Nei bambini l’amore per gli animali è innato, si rovinano crescendo».

Il Natale è alle porte. Sei d’accordo con chi fa trovare un cucciolo sotto l’albero?

«Vado in controtendenza. Dico sì a chi decide di allargare la famiglia con un amico peloso, perché è il più bel dono che si possa fare a un bimbo, soprattutto se non ha fratelli o sorelle. Però, deve essere una scelta consapevole e per sempre. Un cane vive 15 anni, può ammalarsi, le cure e l’alimentazione costano. Va preso solo se si è pronti a considerarlo un figlio in più».

Intervista di M.G. Sozzi, pubblicata sul n 50/2024 di Confidenze

Foto cover: Massmedia Comunicazione

Confidenze