Kairos di Jenny Erpenbeck

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Vincitore dell'International Booker Prize 2024, questo romanzo unisce una storia d'amore alle vicende di una Germania a un passo dal crollo del muro di Berlino

Tiziana Pasetti

Trama – Berlino est, 11 luglio 1986. Katharina ha diciannove anni quando vede Hans su un autobus che ha preso a causa di un paio di circostanze imperfette. Hans di anni ne ha cinquanta. Ha una moglie, un figlio. E un’amante sul posto di lavoro. Hans fa lo scrittore e conduce un programma radiofonico. Katharina deve terminare gli studi. Hans è stato bambino ai tempi di Hitler, un tempo in cui Katharina non era neanche un pensiero sfiorato. Il loro primo sguardo è letale per entrambi, un colpo di fulmine. Hans è categorico, mentre la stringe tra le braccia, e chiaro: queste non sono storie che portano a una conclusione felice, la felicità viene prima, è un punto di partenza ma non di arrivo. Katharina non è solo giovane, è anche innamorata dell’amore: sarà per sempre, pensa mentre lo ascolta, mentre dice sì. Katharina guarda il pacchetto delle sigarette e il portaocchiali che Hans posa sul tavolino e pensa: mai più un tavolino dovrà esistere senza che sopra ci siano quel pacchetto di sigarette, quel portaocchiali. Hans guarda gli occhi spalancati di Katharina e “tu sposerai un uomo giovane, un giorno”, le dice. Hans sa che quel giorno per lui sarà la fine. C’è Katharina. C’è Hans. E la loro storia, quel dio dell’attimo fortunato, Kairos, con un solo ricciolo dorato sulla fronte, l’unico appiglio per poterlo afferrare, trattenere.

Un assaggio – Verrai al mio funerale? Lei guarda in basso, fissa la tazza di caffè che le sta davanti, e non dice nulla. Verrai al mio funerale, torna a chiedere lui. Ma se sei ancora pieno di vita. Per la terza volta lui però le chiede: Verrai al mio funerale? Sì, risponde lei, certo che verrò al tuo funerale. C’è una betulla vicino al posto che mi sono scelto. Bello, gli risponde. Quattro mesi dopo lei è a Pittsburgh quando le arriva la notizia della sua morte. È il giorno in cui lei compie gli anni, ma ancor prima delle telefonate di auguri dall’Europa, la chiama il figlio di lui, Ludwig, e le dice: Oggi papà è morto. E oggi lei compie gli anni. Il giorno del funerale lei è ancora a Pittsburgh. All’alba delle cinque, le dieci ora di Berlino, si alza in tempo per l’inizio della cerimonia, sistema una candela sul tavolo della sua stanza d’albergo, l’accende e cerca della musica per lui su internet. Il secondo movimento del Concerto in Re minore di Mozart. L’aria delle Variazioni Goldberg di Bach. La Mazurca in La bemolle di Chopin. Ciascuno di questi brani presenta delle interruzioni pubblicitarie. La nuova Hyundai. Una banca che concede mutui per la casa. Un farmaco contro il raffreddore. Quando sei settimane più tardi torna a Berlino da Pittsburgh, vede il tumulo di sabbia ancora fresco e lì accanto la betulla. Le rose che aveva fatto posare sulla tomba da un amico sono già state rimosse. L’amico le racconta del funerale. Avevano suonato della musica. Che cosa? domanda lei. Mozart, Bach e Chopin, risponde l’amico. Lei annuisce.

Leggerlo perché – La Erpenbeck ha una scrittura sofisticata e potentissima, una prosa brillantissima. Intorno a Hans e Katharina, al loro amore, alle loro distanze aggrappate e avvinghiate, c’è la storia, la politica, la memoria culturale di una Germania complessa, potentissima e fragile: una storia d’amore e passione e separazione per dire in realtà altro, metafora, similitudine, estensione. C’è tanto sesso e tanta musica alta, tanta descrizione geniale. Tanto dolore. E una certa dose di rassegnata eternità. Qualcuno dice che avrà presto un Nobel. Intanto a casa ha portato l’International Booker Prize 2024, prima scrittrice tedesca, il maggior riconoscimento devoluto a un romanzo tradotto in lingua inglese (nel caso di Kairos, Michael Hoffman, primo traduttore maschio a ottenere il premio). Leggerlo perché è semplicemente bellissimo.

Jenny Erpenbeck, Kairos, Sellerio

Traduzione di Ada Vigliani

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