Aurora Ruffino: «Per la prima volta vivo un amore alla pari»

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In copertina del n 2, l’attrice vive un momento intenso. Ha scritto un romanzo, elaborando così un lutto importante. Torna in tivù nella fiction Black Out 2. E sta vivendo un amore che le regala gioia e stabilità

È in giro l’Italia a presentare il suo primo romanzo Volevo salvare i colori (Rizzoli). Ma dal 14 gennaio Aurora Ruffino torna anche in tivù, nella seconda, attesissima stagione di Black Out (Rai Uno), la serie ambientata in Trentino, tra valanghe, omicidi e segreti.

Che periodo è questo per te?

«Nuovo. Sto sperimentando cose mai fatte prima ed è bellissimo. Sono situazioni in cui mi sento pienamente me stessa. E tra poco tornerò, appunto, in tivù con Black Out 2. Le verità nascoste, nei panni della carabiniera Lidia Ercoli».

La prima serie era ambientata nell’hotel di un paesino dove turisti e residenti erano bloccati da una valanga e costretti a fare i conti con molte tensioni. Vi ritroveremo nella stessa situazione?

«La storia riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati. La prima stagione si è chiusa con un omicidio. E da lì ripartiamo, con continui colpi di scena. È una serie intrigante, scritta benissimo. Per questo appassiona. Non sapete quante persone in questi mesi mi hanno chiesto quando saremmo tornati in tivù».

La vicenda è ambientata nella Valle del Vanoi. Tu ami la montagna?

«Me ne sono innamorata quando ho recitato in Un passo dal cielo. Mi hanno conquistato i laghetti, i torrenti incontaminati e la qualità dell’aria. È tutto meraviglioso. Per Black Out siamo stati mesi in questo posto incredibile dove vedevamo davvero le valanghe, anche se da lontano. Giravamo sei giorni a settimana e dormivamo tutti nello stesso albergo. La domenica facevo bellissime passeggiate. Poi, la sera andavamo in un bar che da una certa ora diventava discoteca e ci scatenavamo come matti. Tutto il cast era molto affiatato».

Intanto, a ottobre è uscito il tuo primo romanzo. Che effetto fa?

«Confesso che negli ultimi due mesi ho pianto tanto, ma di gioia, perché si tratta di qualcosa che riguarda me e la mia anima. La prima volta che ho avuto il libro in mano ho provato una sensazione surreale. Eppure, lo immaginavo da anni. Scrivo da sempre, da prima di recitare. È la mia forma di espressione più autentica. Ho una collezione di diari che contengono tutta la mia vita. Odio lo shopping e non spendo per gli abiti. Però, compro quaderni e quadernetti bellissimi. Ero una ragazza repressa e recitare mi ha aiutato a sbloccarmi. Ma l’attore è un esecutore, mentre scrivere libera la creatività. Questa storia parte dal mio vissuto. Ho perso la mamma quando avevo cinque anni e la prima pagina è nata nel 2015, in forma di monologo. Poi, nel 2020 l’ho ripresa e la stesura è proseguita in modo spontaneo perché era già chiara nella mia testa».

Hai ricordi di tua madre?

«Pochi, che custodisco gelosamente. Non avrei potuto scrivere questo libro se non avessi vissuto quel dolore. Anche Vanessa, la protagonista del romanzo che come me è cresciuta con i nonni, deve elaborare il mio stesso lutto. E lo fa attraverso un viaggio. Scrivere è stata un’esperienza quasi mistica. L’itinerario che descrivo l’ho poi percorso davvero. E la cosa pazzesca è che ho incontrato sul serio alcuni personaggi che avevo immaginato».

Sei una viaggiatrice?

«Sì, ma questa è stata la prima volta che sono partita da sola. Di solito mi muovo in coppia. A volte è stata dura, ma anche una bella sfida. Sono attratta dalla natura. Infatti, sogno di invecchiare in Toscana in un casolare di campagna».

Ti piace incontrare i lettori?

«Moltissimo, ci sto dedicando parecchio tempo. Mi stupisce che tanti arrivino avendo già letto il libro. Inoltre, ricevo messaggi meravigliosi. Una ragazza, per esempio, mi ha detto che ho dato parole al suo lutto. Un’altra, ha definito il mio romanzo una carezza. E altri ancora mi ringraziano. Sono gesti che toccano l’anima».

Parliamo d’amore. Sei fidanzata?

«Sì, da due anni con Jacob Fortune-Lloyd, un attore inglese (io l’amore lo trovo sempre all’estero). Ci siamo conosciuti sul set della serie I Medici, ma all’epoca eravamo entrambi impegnati. Invece, dopo cinque anni ci siamo rivisti e innamorati. Ora io volo spesso a Londra e a volte lui viene a Roma. Amo le storie a distanza, ma adesso voglio stabilità e stiamo cercando un modo per vivere insieme».

Jacob è sicuramente un bel ragazzo. Per cos’altro ti ha colpito?

«Mi piace il fatto che sperimentiamo insieme una relazione alla pari. Per me è la prima volta. Prima cercavo rapporti “genitoriali”, volevo un amore incondizionato che nessuno poteva darmi. L’ho capito con l’analisi. Ora siamo due adulti che si scelgono ogni giorno, è la mia storia più matura. Non cerco più la favola e mi mostro per quello che sono. Forse perché sto imparando ad amarmi».

Ti sei scurita i capelli. È cambiato qualcosa anche dentro di te?

«Sono stata bionda per 30 anni, ma adesso mi piaccio più scura. Riflette meglio come mi sento: forte, decisa e dura».

Non dimostri la tua età. Spendi capitali in cosmetici?

«No. Ho buoni geni e, soprattutto, mi sveglio felice. Questo aiuta a restare giovani. I cosmetici li compro in farmacia, niente di troppo costoso».

Scriverai altri libri?

«Sto già lavorando al secondo, che sarà diverso. E a una sceneggiatura. Ho voglia di crescere e spero di vedere il mio romanzo trasformarsi in una serie tivù».

Cosa ti auguri per il 2025?

«Di continuare il percorso, fidandomi delle mie intuizioni: mi hanno permesso di ritrovare la fiducia in me stessa».

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Intervista di M. G. Sozzi pubblicata su Confidenze n 2/2025

Foto cover: Erica Fava

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