Le mie (molto) amiche, (zero) nemiche

Cuore
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Ci conosciamo da una vita. Insieme abbiamo riso e pianto. Ma non ci siamo mai tradite. Perché così fanno le vere amiche

Leggendo l’articolo La mia amica nemica (su Confidenze in edicola adesso) mi sono accorta di una grande fortuna: non mi sembra proprio di essere circondata da persone che gioiscono e/o piangono insieme a me per finta. E nemmeno da urfida gentaglia che aspetta subdolamente qualche mio passo falso per goderne o trarne vantaggio.

Insomma, sono convinta convintissima che le mie amiche (ovviamente quelle con la A maiuscola) siano davvero tali. E, come cita il dizionario, legate a me da “reciproco affetto, costante e operoso, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri, dai caratteri e da una prolungata consuetudine”.

Di questa definizione della Treccani, le parole che mi piacciono di più sono “scelta” e “voleri”. Perché le amicizie nascono innanzitutto da una scelta. Ma se poi si solidificano, è soltanto grazie al volere reciproco che questo accada.

Non è andata così alle intervistate dell’articolo. Le quali si sono accorte che le presunte alleate in realtà nascondevano qualcosa di losco: gelosia, secondi fini, sopraffazione.

Prima di proseguire devo raccontarvi una cosa: ogni volta che chiedo a un’amica di non dire a nessuno ciò che sto per svelarle, lei sa benissimo che presto ne saranno al corrente anche le altre che fanno parte del gruppetto (sempre ammesso che non lo siano già).

Il che spiega il rapporto che ho con tutte loro: talmente sicura del bene, del rispetto e del senso di onestà che ci uniscono, il significato di “non dirlo a nessuno” è semplicemente “non farne parola con persone al di fuori del nostro clan”. Ma tra noi non esitono segreti. E non è minimamente contemplato che qualcuna tradisca.

In effetti, non è mai successo. Tant’è che la valanga di anni insieme si è trasformata nella “prolungata consuetudine” di cui parla la Treccani.

Nel tempo ognuna ha capito il valore del muro di cinta che ci protegge dalle aggressioni della vita. Ma anche di quello dello splendido giardino al suo interno, che ci permette di condividere gli eventi più belli: successi sul lavoro, nuovi amori, soddisfazioni di ogni genere, grandi e piccole.

Il miracolo, poi, è che in questa specie di paradiso (perché di paradiso si tratta) il serpente non ha gioco facile. Infatti, il malandrino non ci ha ancora spinto ad addentare la mela.

Morale, eccoci qua, sempre più coese. Un traguardo che mi fa sperare che niente cambierà.

Nel frattempo, il resto del mondo continua a comportarsi da Giuda? Pazienza. Un colpo sferrato da fuori non sarà mai abbastanza duro da annientarci. Perché all’inizio verrà attutito “dall’affetto costante e operoso”. E poi, sviscerato con minuziosità fino a trasformarlo in un argomento di grasse risate, come è già accaduto.

Lo dico sul serio: quante volte ci è capitato di rispolverare eventi tragici del passato e di trattarli con divertita ironia come se si fosse trattato di quisquilie!

Sì, più scrivo e più ne sono certa. Altro che amiche nemiche: le persone di cui vi ho parlato sono amiche pazzesche. Adorate, fenomenali, impareggiabili. E super fidate!

Confidenze