Claudia Vismara: «Rocco e Caterina? Secondo me si amano»

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L'attrice parla del suo personaggio nella serie Rocco Schiavone. E svela un lato romantico che la fa sentire ancora più vicina al burbero vicequestore interpretato da Marco Giallini

Dal 19 febbraio è di nuovo in onda su Rai Due Rocco Schiavone, con quattro nuovi episodi della serie poliziesca tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Ne parliamo con Claudia Vismara, che interpreta la vice ispettrice Caterina Rispoli.

Sei ormai alla sesta stagione di Rocco Schiavone. Che rapporto hai con Caterina, il tuo personaggio?

«Quando mi hanno proposto il ruolo, quasi dieci anni fa, ero felicissima. Caterina è conflittuale e i suoi chiaroscuri mi hanno affascinata. E per lei, che aveva subìto abusi in famiglia, Rocco è una figura paterna. Ora Caterina si occupa di violenze domestiche, ma il suo ritorno in questura crea scompiglio tra i due. Secondo me si amano, ma sono troppo feriti dalla vita per stare insieme».

Perché piace tanto il personaggio interpretato da Marco Giallini?

«Perché è umano e pieno di contraddizioni. Marco, poi, gli ha dato un’allure pazzesca, l’ha reso iconico. È un bravissimo attore, con uno spiccato senso dell’umorismo. Sul set lo amiamo tutti. A lui piace il suo personaggio. Però, a ogni nuova stagione dice che sarà l’ultima, visto che soffre il clima di Aosta. A volte giriamo di notte, in mezzo alla neve, con i piedi ghiacciati».

Trovi romantica l’idea di un uomo che, come Schiavone, parla con la moglie (interpretata da Miriam Dalmazio) morta da anni?

«Molto. Anche mia suocera racconta che a volte sente ancora suo marito fischiettare. Marco Giallini, poi, quel lutto l’ha vissuto davvero. E dice che quando è morta sua moglie, è morto anche lui. Nella tristezza, però, è bello pensare che esistano legami al di là della vita. E io al per sempre ci credo, se no non avrei fatto una figlia con Daniele (Pilli, attore, ndr). Stiamo insieme da otto anni ed Emma ne ha quasi quattro».

Emma ti ha cambiato la vita?

«Mi ha fatto conoscere l’amore assoluto e la parte più profonda di me. L’ho allattata a lungo, la portavo sempre sul set. Conciliare maternità e lavoro non è facile, ma Daniele è un padre meraviglioso e siamo intercambiabili. Per le urgenze, invece, abbiamo i numeri di quattro baby sitter, perché i nonni sono tutti lontani».

Sognavi di diventare attrice già da bambina?

«Sì. All’asilo volevo essere la protagonista degli spettacolini. E a 15 anni mi sono iscritta alla scuola di recitazione».

È stata la scelta giusta?

«Sì, non riesco a immaginare di fare altro. E ora sono felice perchè Antonio Manzini, sta scrivendo uno spettacolo per me. Sarò la protagonista!».

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Intervista di M.G. Sozzi pubblicata su Confidenze 8/2025

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