Home sweet home, nonostante il tram

Cuore
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Carina e luminosa, la mia non è certo la casa dei sogni. Ma per me è quella del cuore. Anche se quando passa il tram...

Alla domanda Qual è la tua casa del cuore? (che poi è il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso) ho risposto senza la minima titubanza: quella in cui abito dal 1991. E che non cambierei per niente al mondo.

Detta così, immaginerete che si tratti di un appartamento pazzescamente bello, stile pubblicità di Idealista (con moglie e marito che svengono ogni volta che l’agente immobiliare mostra loro un nuovo locale).

Invece, è semplicemente carino. Ma luminosissimo (caratteristica per me fondamentale). E dotato di un piccolo terrazzo che in primavera/estate consente di mangiare all’aperto.

Le dimensioni? Beh, dipende dalle fasi della vita. Perfette per la famiglia quando eravamo in quattro (io, i bambini e il loro papà), si sono un po’ ristrette nel momento in cui al gruppetto si è aggiunta la baby sitter.

Dopo la separazione (e senza più la signorina), però, sono tornate confortevoli. Ma solo fino agli anni in cui giorno e notte arrivavano orde di amici dei ragazzi, creando un affollamento da mezzo pubblico nell’ora di punta.

Mentre oggi sono di nuovo super comode, visto che ormai qui abitiamo in due.

Insomma, il grande pregio della mia casa è che nel corso del tempo si è adattata alle diverse situazioni meglio di un paio di jeans elasticizzati.

Il che ne fa accettare anche i difetti. Primo fra tutti, il baccano allucinante del tram. Che, per la legge di Murphy, sferraglia sempre quando la televisione comunica una notizia importante del tiggì, o rivela l’assassino di un film giallo.

Al rumore delle rotatie, poi, si aggiunge quello della vita notturna (la zona è tra le più gettonate dalla movida milanese). Eppure, nessuno schiamazzo mi ha mai fatto pensare a un cambio di casa.

Infatti, considero questo appartamento la mia cuccia. Al punto che varcarne la soglia è sempre una gioia, sia che torni dal lavoro sia da una lunga vacanza. D’altronde, come potrebbe non essere così?

Nella casa sono entrata giovane sposa, neo-mamma e ancora poco esperta della vita. Ed è qui dentro che, poi, ho preso mille decisioni. Vissuto gioie e dolori. Ricevuto amici, parenti. Fatto e disfatto progetti.

Quindi, nel tempo è diventata il mio quartiere generale. Dal quale non traslocherei neanche se mi regalassero un super attico in pieno centro, all’ultimo piano con terrazzo e piscina. Lì, al massimo, potrei svenire mentre me lo mostrano. Come la coppia della pubblicità di Idealista.

 

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