Il nostro Paese non è più l’eldorado che tanti immigrati si aspettavano e la crisi dell’Europa ha messo in ginocchio anche i flussi migratori dall’estero. Può sembrare anacronistico sostenerlo nei giorni in cui le stazioni di Milano e Roma sono prese d’assalto da migliaia di migranti provenienti da Siria, Eritrea e Somalia, ma l’ultimo rapporto Istat sui flussi migratori dimostra proprio così. Nel 2013 le immigrazioni dall’estero sono calate del 12,3% e Il numero di cittadini stranieri che lasciano l’Italia è in aumento rispetto all’anno precedente (+14,2%).
I primi a tornare a casa sono gli immigrati di “prima generazione” quelli che hanno varcato le frontiere negli anni 90. I rumeni per esempio: oltre 35,500 rimpatri dal 2008 al 2012, poi polacchi (6.300 partenze) e marocchini. Tra i motivi di rimpatrio la difficoltà a trovare un lavoro fisso, l’assenza di politiche strutturali sull’immigrazione, che permettono a un’integrazione completa, e il costo della vita troppo elevato, specie nelle grandi città.
Leggendo questi dati mi è venuto in mente quando, pochi giorni fa, la baysitter di mio figlio mi ha chiesto un permesso per accompagnare all’aeroporto un’amica che tornava definitivamente in Ecuador. Dopo aver perso il lavoro da domestica per la crisi, la donna si è ritrovata con il marito disoccupato e la casa pignorata per il mutuo non pagato. Così ha deciso di tornare da dov’era venuta.
Per gli stranieri però la fine del sogno italiano non coincide per forza con una sconfitta, c’è chi ritorna al proprio Paese per intraprendere un’attività, magari con meno pressioni fiscali e meno cavilli burocratici da affrontare. E c’è chi fa pace con le proprie origini, a lungo ignorate perché sinonimo di guerra e povertà. Proprio come la protagonista della storia vera che pubblichiamo su Confidenze questa settimana: “Vengo dall’Est” di Ilaria Prada. Magda è una giovane donna, nata e cresciuta in Italia da genitori polacchi, che non trovando lavoro nel nostro Paese, nonostante la laurea e un master, decide di ritornare a Varsavia, città di origine della sua famiglia. Qui inaspettatamente le si aprirà un futuro più facile e roseo di quello che si era prospettata, e scoprirà anche una città profondamente cambiata.
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