Se tua suocera è bravissima in cucina, hai un problema. Piccolo o gigantesco, a seconda dei casi. Ma comunque un problema: sarai mai alla sua altezza?
Nel n 28 di Confidenze c’è una storia vera (“Un dolce al bacio” ) che tratta, con molta delicatezza, questo tema. Leggendola, ho trovato sensibile e geniale la soluzione escogitata dalla protagonista, impegnata nel confronto culinario con una suocera capace di veri capolavori gastronomici.
Ma ho anche pensato, e non per la prima volta, alla fortuna che ho avuto.
Mia suocera non sa cucinare.
Intendiamoci: certo che sa cucinare, perché, come quasi tutte le donne della sua generazione, ha sempre preparato colazioni pranzi, cene, merende, cenoni, aperitivi, buffet, grigliate e via dicendo. Senza tirarsi indietro e senza sfigurare.
Ma non è un’appassionata di cucina, non ha un piatto che “come lo fa lei non o fa nessuno” e non gliene importa granché di averlo.
Quando l’ho scoperto, ci sono un po’ rimasta: ma come, niente ravioli fatti a mano a Natale? Niente dolci da preparare con giorni di anticipo? Niente ricette tramandate da madre a figlia? Niente ingredienti da procurarsi assolutamente da quel certo fornitore e non da quell’altro che se no cambia tutto? No, niente di tutto questo, che invece nella mia tradizione familiare è normale. Per me preparare una torta vuol dire risentire mia nonna, che mi insegna a montare bene le chiare a neve (lei sì, era un’appassionata di cucina), dalla cucina passano le tradizioni familiari, i legami, gli affetti. Per questo, trovavo all’inizio un po’ strano che questo linguaggio mancasse.
Poi, ho iniziato a vedere altri aspetti della cosa.
Tanto per cominciare, mio marito non ha mai detto “se imparassi a fare quella tal cosa come la faceva mia madre…”. Per lui (e forse solo per lui) sono una grande cuoca, anche se il massimo che riesco a fare è seguire passo passo le ricette di Confidenze. Se poi preparo un dolce da portare ai miei suoceri, è sempre un successo (e se sbaglio la ricetta, nessuno ci fa molto caso).
Ma la cosa più bella non è questa. È che, come non c’è competizione con mia suocera in cucina, non c’è neanche in altri settori. Lei è solidale, sa che una donna che lavora, in casa fa quello che può. E quello che può è comunque tanto. Anche se porta in tavola pasta in bianco e uova strapazzate.
Voi che ne dite, avete esperienze simili o avete dovuto lottare per “essere all’altezza” di suocere impegnative?
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