Sei single o zitella? La tesi, provocatoria, della giornalista americana Kate Bolick, che sul tema ha scritto un libro, è che oggi la zitella abbia la chance di rifarsi sulla single (ne parliamo nel n 35). Mentre la seconda sarebbe semplicemente una donna sola, in perenne attesa di un uomo, la zitella è quella che non si preoccupa di avere o no un compagno, perché sa mettere al centro se stessa. E può anche averlo un compagno, se ne ha voglia, ma senza mai diventare dipendente dal rapporto di coppia.
Voi cosa ne pensate? A me questa idea di rivalutare la zitella fa simpatia, già a partire dalla scelta della parola.
Per almeno 3 motivi.
1. Zitella si declina al femminile, single no. Single vale per l’uomo e per la donna indifferentemente. Con il sottinteso che, mentre un uomo single, resta nell’immaginario di tutti un fortunato libero cacciatore, la donna single è, più o meno implicitamente, percepita come una che “deve avere qualche problema”, altrimenti perché sarebbe sola? Molto meglio, allora, dire zitella, senza sottintesi.
2. Zitella è una parola talmente passata di moda, da risultare, oggi, nuova. E se una volta l’associavamo a minuziosi lavori di cucito, sacrifici per i genitori, tanti gatti e litri di tè, adesso fa sorridere. Risulta anticonvenzionale, coraggiosa, libera.
3. Single, in italiano come in inglese, è singolo (o meglio singola), il contrario di doppio. Si definisce per contrasto, rispetto all’essere in due. Che cosa fa vi venire in mente? Trississime monoporzioni al supermercato (3 gusti contro 30 per le porzioni da due), camerette d’albergo lunghe, strette e con vista sul cortile, l’ultimo tavolino nell’angolo più buio del ristorante, la poltrona ai margini della fila al cinema… Quiando dici zitella, invece, non ti definisci in rapporto ad altro, sei te stessa e basta.
Se non fossi sposata, mi direi senz’altro zitella. Voi?
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