Gli aggettivi più usati per definire lo stile del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono sobrio e austero. Gli stessi che appartengono alla figura di Papa Francesco. Non so cosa ne pensiate voi, ma a me non sembra vero: che siano finalmente finiti i tempi dell’ostentazione e della volgarità e siano iniziati quelli del basso profilo?
Non sono religiosa e non ho mai seguito le vicende del Papa. Ma da quando c’è Bergoglio, lo guardo alla televisione, leggo gli articoli che parlano di lui e lo trovo proprio un uomo simpatico, che mi ha letteralmente conquistata. Per quel che riguarda Mattarella, invece, appartengo all’alta percentuale di italiani che non sapevano granché di lui. Ma dalle prime apparizioni mi ha colpito per la sua normalità. Mentre scrivo, mi rendo conto che sto usando termini (basso profilo, normalità) che solo ultimamente hanno acquisito un significato positivo. Un po’ come succede nella moda, dove un nuovo trend prende il posto del precedente rendendolo subito datato, oggi usare (in modo convinto) parole come understatement o semplicità oggi è moderno. Mentre roboante, vistoso o lussuoso sono vocaboli sorpassati.
Quello che mi auguro, però, è che non si tratti solo di una questione di lessico, ma di sostanza. Per fortuna, ci sono dettagli che me lo fanno sperare. Il primo, è che non credo sia un caso che proprio adesso le due personalità più importanti del nostro Paese siano accomunate da tanta eleganza: se Francesco si porta la sua cartella sottobraccio e il Presidente si sposta a bordo di un’utilitaria, rinunciando entrambi a cavalieri serventi e macchinone esagerate, forse è perché anche chi potrebbe permetterseli, non ha più voglia di sfruttare per forza inutili privilegi. Il secondo, è che probabilmente la crisi economica ha obbligato ognuno di noi a rivedere i valori, a scrollarsi di dosso il superfluo e a rivalutare purezza e onestà. Quindi, garbo, signorilità ed educazione potrebbero davvero diventare i colori della nostra nuova bandiera.
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