Come si aiuta un depresso?
Anna credeva di saperlo: cinquantenne autonoma e forte, si era ritrovata ad assistere il compagno, malato nel fisico, ma ancora di più apatico, demotivato e privo di energia. Lei lo curava, lo spronava, lo accompagnava dal medico e dallo psicologo, credeva nella sua capacità di risalita. Con un lavoro impegnativo, senza figli, Anna dedicava tutto il suo tempo all’uomo che amava, senza stancarsi mai.
Ma, dopo mesi di tentativi di “rianimare” Fabrizio, dopo tante energia spesa ad assisterlo senza ottenere grossi cambiamenti, Anna si è ritrovata priva di forze. Esaurita, spenta, ha cominciato a lasciarsi andare. Si sedeva vicino a lui sul divano, senza più spronarlo. Lasciava che lui saltasse gli appuntamento con lo psicologo, le sembrava che non facessero la differenza. Via via, ha perso interesse anche per il lavoro e per tutto ciò che prima le piaceva.
In breve: si è ritrovata anche lei a combattere contro la depressione.
La storia di Anna, che è quella di una mia vecchia amica, non è allegra. Ma per me è stata un colpo al cuore: ho capito, assistendo alla sua lenta discesa verso la depressione, che una cosa importante, quando si sta vicino a chi sta così male, è non illudersi di poterlo salvare. Ma preservare invece se stessi e le proprie energie, chiedendo anche per sé, se occorre, un aiuto psicologico.
Lo spiega molto bene l’articolo che trovate nel n. 46. Con tanti suggerimenti da parte di una psicoterapeuta, Daniela Rossi, che conosce da vicino il male oscuro.
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