Ricordo ancora il momento in cui mio marito mi ha detto “ti amo” per la prima volta: settembre, Milano, giardini di Porta Venezia. Non vorrei sembrare esagerata, ma ricordo anche che ero vestita di bianco (appena tornata dal mare, volevo mettere in mostra l’abbronzatura) e che avevo appena preso una storta alla caviglia.
Francesco ha detto “ti amo”, e ci credeva davvero. Scontato? Per niente. C’è tanta gente che pronuncia queste parole con leggerezza. Sui social network, ma anche vis-à-vis. Forse non è giusto, ma succede. Al punto che rischiano di diventare vuote, prive di significato.
Ecco: ribelliamoci.
Non lasciamo che “ti amo” diventi una formula scontata, una frase fatta, un luogo comune.
Per farlo, abbiamo un’arma potentissima: continuare a dirlo (dirlo il più possibile, intendo) alle persone che sentiamo di amare davvero: mariti e fidanzati, ma anche figli e amici. Che ne dite?
Di questo argomento parliamo anche sul numero 47 di Confidenze nell’articolo Oggi si dice ancora «ti amo»?
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