Una decina d’anni fa, da cose che mi succedevano intorno, mi ero accorta di un allarmante fenomeno: dopo il divorzio, con il tempo, i mariti cominciavano a ritornare a casa. Ci scrissi un romanzo, imbastito su storie vere. I mariti tornavano, con i loro fallimenti e le loro arroganze, peggiorati nel tempo, come grossi figli torvi e attempati, solo di rado con un fascino sfacciato che trasformava la ex moglie nella felice schiava di una canaglia.
E il bello è che le mogli se li ripigliavano. Ma perché? Per poter dire “mio marito”: all’amica, all’estetista, al droghiere. Quelli tornavano.
La marcia indietro era inarrestabile. Anche chi se n’era andato nel modo più ignobile tornava, con una pietosa faccia tosta, o la contrizione che mal nascondeva l’orgoglio per i passati delitti. Non la marcia eroica di cavalieri immateriali che avanzano nella notte, no, un ritorno alla spicciolata con abiti di fortuna, come un esercito in rotta. I mariti tornavano tutti prima o poi dalla moglie, promuovendola madre. Colei che deve occuparsi di loro per sempre, senza niente in cambio.
La frase tipica di queste mogli disgraziate (con fierezza) : «Adesso, lui mi rispetta» – cioè, nemmeno la scopa più. Credevo che il fenomeno si fosse fermato, invece vengo a sapere di un caso limite. Anna era sposata con un uomo violento e disamorato, che la picchiava e dilapidava i suoi soldi (lei era ricca, lui no). A quarant’anni Anna, fino a quel momento mestamente etero, incontra Lidia e si prende una cotta gloriosa, scopre la dolcezza in amore, si mette con lei e chiede il divorzio.
Lui pretende una cifra enorme per levarsi dai piedi e Anna paga, si impoverisce pur di restare libera. Lei e Lidia vivono vent’anni di felicità. Ed ecco, all’improvviso, rieccolo. Bussa alla porta di Anna. Spiantato, antipatico, doppio, piagnone. Ma malato terminale. Vuole morire fra le braccia della moglie. Anna si fa ricattare, le due donne lo accolgono in casa. Lui cerca di dividerle, riesce a farle litigare, rovina il loro rapporto, estorce soldi, se viene contraddetto fa il moribondo. Finché Lidia, con un raggiro, non riesce a farlo sottoporre a una Tac. E viene fuori che sta benissimo, la malattia era un trucco. Viene cacciato all’istante. Anna e Lidia sono libere, l’amore trionfa. Attente ai finti pentiti! L’happy end capita una volta ogni centomila, come vincere all’Enalotto.
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