Ho conosciuto un mago. L’occasione è stata un evento di raccolta fondi per Care&Share, l’associazione attraverso la quale sostengo i “miei” bambini indiani a distanza, durante il quale noi, ospiti di un talk show, abbiamo messo all’asta un oggetto legato affettivamente e significativamente a una svolta della nostra professione. Partecipavano fra gli altri un’attrice, Daniela Poggi, un industriale, un atleta di sport estremi, uno stilista di moda, Alviero Martini e lui, il mago Hermy.
Quando è stato il suo turno per presentare l’oggetto destinato all’asta, ha mostrato alla platea una bacchetta magica. un’edizione speciale, numerata (1 di 100), vinta in premio a testimonianza delle sue capacità illusionistiche.
Ne sono rimasta accalappiata, lo confesso. E non tanto per la bacchetta in sé, un’opera in legno pregiato e ottone (credo), molto semplice e proprio per questo inusuale, quanto per il discorso con cui l’ha descritta il Magico Hermy.
Non saprei ripetervelo, di certo lo svilirei, però credo di potervi trasmettere il concetto e l’entusiasmo del mago. Ho inteso che la sua passione e la sua bravura nei giochi di prestigio derivano soprattutto dalla reazione di stupore di chi lo guarda. Ha raccontato, per esempio, quanto siano gratificanti gli spettacoli che porta negli ospedali per bambini (gratuitamente) e come, fra un desiderio e la sua realizzazione, sia determinante la forza di perseguirlo.
In sintesi, basta crederci. basta volerlo. e, soprattutto, basta saper sognare. Basta voler sognare.
Mi è sembrato che Hermy si sia separato con un certo dispiacere dalla sua bacchetta magica, che si è aggiudicata una signora per una cifra considerevole, ma così doveva essere. Quella era la posta in gioco, il valore aggiunto ai nostri oggetti messi a disposizione per la vendita.
Il mago, però, rispetto agli altri, secondo me ha regalato qualcosa in più: la speranza di vedere avverarsi i nostri sogni.
Avrete già capito che con me il Mago Hermy ha sfondato una porta aperta e, tornando a casa, ho pensato che ciascuno deve avere la sua personale bacchetta magica. Ciascuno deve decidere qual è la sua.
Così ora ne possiedo una anch’io. C’è qualcosa in camera mia alla quale ho dato questa funzione. Non posso dirvi cos’è, ma alle soglie del nuovo anno mi piace darvi questa idea: guardate fra i vostri oggetti più cari quale può rappresentare la vostra bacchetta magica. Non sono importanti la forma, la dimensione, il materiale. È importante soltanto che vi inviti a credere nei vostri sogni e a seguirli. Buon 2016, con tutto il cuore.
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