Fare tante cose in simultanea non aiuta: meno è meglio

Natura
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Si chiama multitasking e regala l'illusione di essere più produttivi. Ma fare tante cose contemporaneamente è un boomerang. Ecco perché.

 

Nella necessità di incastrare nella nostra giornata richieste familiari, interessi personali, impegni di lavoro e piccole-grandi seccature quotidiane siamo tentati di fare sempre più cose. E di farle simultaneamente.

C’è chi risponde a una telefonata mentre cura il sugo sul fuoco e magari nel frattempo apparecchia anche la tavola e ripassa mentalmente la scheda degli esercizi da fare in palestra qualche ora dopo. O in ufficio digita sul PC con un occhio ai messaggi di WhatsApp, una mano pronta a staccarsi dalla tastiera per ghermire lo snack spezzafame e il pensiero a come sciorinare le proprie rimostranze nella riunione di condominio, che minaccia di chiudere in bellezza la giornata.

 

Difficile sfuggire al giogo del cosiddetto multitasking, un’espressione prestata dall’informatica che significa letteralmente “multiprocessualità.” Trasferito nel mondo meno prevedibile e assai più appassionante degli esseri umani, essere multitasking significa, appunto, gestire diverse attività nello stesso momento.

 

All’inizio l’idea di essere impegnati contemporaneamente su tanti fronti può essere galvanizzante. Hai la sensazione di ottimizzare i tempi e di fare di più. Alla lunga però questa modalità un po’ imposta e un po’ scelta diventa uno schema automatico, usurante e addirittura controproducente. Rischi di fare meno. Senz’altro farai peggio.

 

La prima conseguenza del multitasking è infatti la perdita di efficacia. Si moltiplicano errori e imprecisioni. E questo riguarda tanto compiti di tipo intellettuale, come scrivere, quanto azioni di tipo  pratico, quali preparare la cena o stirare una camicia. Semplicemente vengono meno attenzione e capacità critica. Non siamo computer (per fortuna): il nostro cervello non è strutturato per tenere aperti tanti “programmi” simultaneamente. Quando lo fa, perde concentrazione. Il sugo si brucia, la mail va alla persona sbagliata, la risposta alla domanda di tuo figlio suona più brusca di quanto volevi.

 

Il secondo svantaggio del fare tante cose in simultanea è la diminuzione dell’efficienza. Le nostre risorse sono limitate: se anziché essere focalizzate su un obiettivo per volta e puntare alla meta vengono dirottate contemporaneamente in tante direzioni, occorre loro più tempo per arrivare al traguardo.

 

Il multitasking saccheggia poi la creatività, che ha bisogno di vuoto e a volte anche di ozio per germogliare. Le idee migliori sono spesso figlie di un sonno ristoratore. Certo non hanno spazio per farsi avanti se siamo presi da mille cose.

E non è finita: questo modo di agire è una fonte fin troppo ovvia di stress. Per continuare con la metafora tecnologica, il pericolo che corriamo accumulando attività in tempi sempre più compressi è il blocco, il crash. Solo che siamo più sensibili e infinitamente più complessi di una macchina. Riparare il danno nell’essere umano non è come sostituire il pezzo difettoso di un computer.

Dovremmo lasciar perdere la quantità e allenarci a fare una cosa per volta. Riconoscere le priorità, darci un tempo per portare a compimento ciò che è più importante e imparare a delegare o a mettere tra parentesi il resto.Forse per cambiare marcia serviranno pazienza ed esercizio. Ma ciò che guadagneremo in produttività e benessere interiore saprà ripagarci. Senza contare tutto il tempo risparmiato…

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