Nel paesino di montagna dove trascorro i miei weekend da una vita, quando ero ragazzina c’era una villeggiante che era soprannominata “la rubamariti”.
Il titolo, diciamo così, se l’era guadagnato sul campo, insidiando i mariti delle altre (nonostante fosse lei stessa sposata).
Pur non essendo particolarmente avvenente, era dotata di una simpatia e di un fare cameratesco che inizialmente apparivano innocui, salvo poi scivolare in fervide attenzioni, occhi dolci e smancerie, rivolti in prevalenza al genere maschile.
Non si capiva mai dove finisse l’amicizia e cominciasse qualcos’altro e se qualcuno glielo faceva notare, lei cadeva dal pero, sfoderando un’innocenza che faceva sentire la povera malcapitata un mostro di gelosia e cattiveria.
Non c’erano distinzioni: giovani vecchi, belli, brutti, l’importante è che fosse lei al centro dell’attenzione, ma questo i malcapitati (lusingati nel loro ego) lo capivano sempre troppo tardi, quando l’ira delle mogli si era ormai scatenata.
Anche mia madre fu colpita dalla “rubamariti” in senso metaforico naturalmente, ma posso capirla, mio padre è sempre stato un bell’uomo e per un po’ dovetti assistere a schermaglie e gelosie tra i miei genitori, peraltro raro esempio di coppia felice resistita a tutto nel tempo.
Vi racconto questo aneddoto perché nella storia vera “L’amica francese”, raccolta da Melissa Farandari e pubblicata su Confidenze di questa settimana si parla proprio di questa tipologia di persona. Anche in questo caso si tratta di una donna, ma attenzione, non è che gli uomini siano esenti da tali comportamenti! Anzi.
La seduttrice o il seduttore usa gli altri come strumento di conferma del proprio fascino, e una volta colpito l’obiettivo, per così dire, ne cerca uno nuovo. Come spiega la nostra psicologa Serenella Salomoni, a lato del racconto, queste persone non si preoccupano di rompere le uova nel paniere, per così dire, né di giocare con i sentimenti altrui. perché il centro del mondo sono solo loro. C’è un solo modo per arginarle: starne alla larga.
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