Dire una bugia è sbagliato, ce lo insegnano da piccoli. Eppure, non solo lo facciamo tutti, ma in qualche caso una bugia è la cosa giusta. Lo spiega bene la psicoterapeuta Beatrice Toro nel n. 37.
Voi che voto vi date come bugiarde? Io, da 1 a 10, direi sul 2. Sono una pessima mentitrice: se dico una bugia, non me la ricordo e, soprattutto, so di avere una mimica che mi tradisce, anche quando a parole cerco di imbastire una frottola credibile. Per questa ragione, mi vengono malissimo anche quelle classiche bugie-non bugie, del tipo: “no, questo vestito non ti ingrassa”, “simpatico il tuo fidanzato!”, “oh, proprio il regalo che volevo!”. Ecco, in queste occasioni, quando anche un bambino sente che è meglio non dire tutto quello che pensa, riesco a dare il peggio di me, perché si capisce benissimo che non sono convinta di quello che dico. Tanto che preferisco risposte sincere (o quasi) anche a rischio di sembrare antipatica: “Sì, forse questo vestito non ti dona, prova un altro colore”. “Il tuo fidanzato, non lo conosco abbastanza per dirti cosa penso di lui”, eccetera.
Dove, però, mi dò un voto decisamente più alto è nelle omissioni: tacere equivale a mentire? Non so, comunque la mia coscienza è molto più serena se semplicemente ometto di dire qualcosa, invece di inventare una bugia. In questo caso, mi dico, difendo la mia privacy o prendo tempo perché voglio affrontare un certo argomento nel modo giusto, o tutelo qualcuno coinvolto, insieme a me, in una situazione delicata. Su questo fronte, potrei darmi un 7. Anche se non arrivo a eguagliare mio fratello che, anche a una domanda diretta come “con chi vai in vacanza?”, sa eludere la risposta. Senza mentire e riuscendo a sembrare anche simpatico!
E voi come ve la cavate?
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