“Rispondere alla domanda del perché si tradisce è pressoché impossibile. Troppa complessità e ambiguità sono presenti in ogni forma d’interazione e attraversano ogni relazione; e troppa complessità e ambiguità abitano ogni individuo. Passioni e interessi, contrastanti rappresentazioni di sé e degli altri, contraddittori e pur contemporanei bisogni di appartenenza e separazione, di collettività e singolarità, di protezione ed emancipazione, di affidamento e distanza si intrecciano fra loro in mille modi e possono dare origine a infiniti tipi di tradimento.
Si tradisce se stessi, i parenti, gli amici, gli amanti, la patria. Si tradisce per ambizione, vendetta, leggerezza, per affermare la propria autonomia, per cento passioni e cento ragioni”.
La sociologia è la mia scienza e sui testi di Gabriella Turnaturi ho studiato a lungo, rapita dal suo grande talento – anche un docente può possederne una quantità immensa – letterario. Leggerla è un piacere, una lezione continua, un invito alla riflessione sociale che tanto ci dice anche in merito agli aspetti intimi della nostra vita. Nasciamo in un mondo che ci accoglie strutturato in sistemi di relazioni: pensiamo perché ci relazioniamo, parliamo perché ci relazioniamo, amiamo perché ci relazioniamo, soffriamo perché ci relazioniamo, tradiamo perché ci relazioniamo. Nulla ci sarebbe nella psiche se non esistesse l’agorà, dalla più piccola e nascosta, il contatto occhi madre-figlio, alla più ampia e indefinibile nella composizione.
Quello del tradimento è un tema universale, tutti temiamo di subirlo ma tutti amiamo sentirne parlare: letteratura, riviste di gossip e non solo, il marito della cugina di nostra zia o la fidanzata del nipote del lattaio non importa, basta che ci siano corna, grandi.
Quello del tradimento è un tema culturale, situato nel tempo e nello spazio: un tradimento perpetrato ai danni di qualcuno nel 1365 in Senegal ha un significato e una struttura diversi da un tradimento 3.0 in atto a Parigi nel 2016.
Quello del tradimento è un tema sottile: non sempre si tradisce per distruggere e rinnegare una relazione, un patto, ma per rinnovarlo, risvegliarlo, rinegoziarlo. Molti tradimenti sono giochi di squadra nei quali traditore e tradito, senza saperlo, stanno dalla stessa parte e operano per mantenere lo status quo in debito di ossigeno.
Il tradimento è una forza vitale strettamente correlata alle caratteristiche di creatività e processualità dell’agire relazionale. Dietro, sotto, intorno al tradimento si nasconde un legame fortissimo con la situazione o persona dalla quale ci si sta apparentemente allontanando. Fin quando il tradimento non esce fuori da se stesso e non diventa altro, continua a respirare attraverso un cordone ombelicale fortissimo, necessario.
La domanda alla quale bisogna rispondere è solo una:
stai tradendo (e quindi sei dentro la relazione di partenza e lì vuoi tornare/restare)
o stai amando (e quindi sei – come dirlo elegantemente – fregato)?
Gabriella Turnaturi, Tradimenti, Feltrinelli
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