Siete mai incappate in un uomo che fa di tutto per mettervi nella condizione di lasciarlo?
Io sì. Tanti anni fa, da ragazza, frequentavo un bellissimo ragazzo, eravamo nella Milano da bere degli anni 80, tra locali alla moda e serate fuori con gli amici, e io avevo vent’anni. Lui era semplicemente fantastico e credo che qualsiasi donna dai 14 ai 60 anni non sarebbe stata esente dal cadere vittima del suo fascino. Peccato che dietro quel sorriso così dolce e spiazzante si celava (neanche troppo) una superficialità disarmante.
Ci frequentammo per un po’, tra alti e bassi, feste alla moda dove lui sguazzava benissimo e io fingevo di trovarmi a mio agio, ma anche tante domeniche passate a casa a studiare (io) a causa dei suoi tanti (troppi) impegni sportivi. Nell’ordine c’erano le partite da seguire, La Formula Uno, e nella stagione invernale le gare di sci a cui partecipare.
Ce ne sarebbe stato abbastanza per scoraggiare anche la più determinata. Ma io no, non mi perdevo d’animo, mi nutrivo delle mie stesse illusioni. Perché il problema era quello: lui non mi lasciava, non mi avrebbe lasciato mai, ma faceva di tutto per esasperarmi e mettermi nella condizioni di essere io a mollarlo.
Finché un giorno, quando ormai il suo sorriso non mi appariva più così irresistibile, fui io a sbattere la porta. Ignara che lui di porte nel frattempo ne aveva aperte molte altre.
Se non altro riuscii a laurearmi in tempo.
Mi è venuto in mente questo episodio della mia vita leggendo la storia vera raccolta da Melissa Farandari “Un gioco sporco” pubblicata su Confidenze. Qui la protagonista Ida è alle prese con un uomo subdolo che architetta uno stratagemma per colpevolizzarla della fine del loro legame. Il classico tipo che strumentalizza le persone ai propri fini. Ma senza arrivare a questi estremi, quanti sono nella vita quotidiana gli uomini (e forse anche le donne) che non hanno il coraggio di mettere la parola fine a una relazione?
Che non vogliono assumersi una responsabilità, fosse anche quella di dire «non ti amo più»?
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