Il difficile rapporto con l’ansia attanaglia alcune di noi. Sottovalutata dai più, può essere una consigliera e un’amica fidata. Anche troppo fidata.
Ci sono giornate fatte di fitte al petto e formicolii. Difficilmente chi non ha mai provato un attacco d’ansia può capire. L’ansia la senti giù nella pancia, e ti fa stare a disagio se sei in mezzo agli altri. E quando sei sola, hai paura, perché l’ansia fa paura.
Arriva quando meno te l’aspetti, come un fuoco che sale dal petto fino alla gola. Poi diventa freddo, e ti blocca. Ma la riconosci. Non è panico, non sei incosciente di quello che succede. Non è una paura cieca.
Anni fa, parlando con una psicologa, mi sono sentita dire «l’ansia è tua amica, non una nemica, ascoltala».
Sì, certo.
Solo dopo molto tempo ho capito cosa intendesse. L’ansia arriva quando qualcosa non va o facciamo qualcosa oltre ciò che immaginavamo possibile, se non riusciamo a gestire un’emozione o dobbiamo affrontare una prova.
Gli esempi tipici sono: il colloquio di lavoro, un parcheggio complicato, un esame all’università, una visita medica, un grande cambiamento. Eccola che arriva: l’ansia anticipatoria. «Ancora non ho fatto niente, ancora non sono uscita di casa e tu già mi stai tartassando?». Ebbene sì.
Dal sentirsi un po’ agitate a rifiutare un invito, a cena, al cinema o per un caffè, il passo è breve.
Un’amica? No, io non la vedo così. A me l’ansia non piace, non apprezzo come mi fa sentire e non mi sento a mio agio quando invade prepotentemente l’equilibrio che ho trovato.
Un po’ mi fa paura, perché so che potrebbe essere peggio, perché oltre l’ansia c’è il panico, e per quanto oggi sia di moda parlarne come fosse latte a colazione, io continuo a pensare a questo fardello come uno dei più grandi che una persona possa portarsi dietro. Un fardello che, per esperienza, si può superare. Ma lei, l’amica ansia, resta.
«Mi fai paura, ma non ti temo, cara ansia. Non mi toglierai il coraggio di fare qualcosa, qualsiasi cosa io desideri».
E voi, che rapporto avete con l’ansia?
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