Se dovessi chiedere a bruciapelo (e in privato) a qualsiasi donna: «Potresti amare due uomini contemporaneamente?» so già che mi risponderebbe fra l’indignato e l’offeso che «No, assolutamente no. Sono una persona onesta, ma ti pare?». Eppure, se dovessi porre la stessa domanda durante un’intervista, non escluderei di sentire, questa volta fra il complice e il furbetto: «Te lo dico solo se mi giuri che non scrivi il mio nome e neanche le iniziali».
Dietro l’anonimato, insomma, sono convinta che ci sia chi è disposta a dichiarare di avere il cuore in due scarpe. È l’argomento dell’articolo a pagina 77 di Confidenze in edicola questa settimana, ma non aspettatevi una mia confessione (sapete il mio nome e vedete la mia foto, come potrei?). Non vi parlerò neanche di una fantomatica amica, tanto credereste che sono io. Vi racconto, però, come la penso.
Ritengo che quando nel nostro cuore coesistono due uomini, solo uno di loro ci regala le farfalle nello stomaco, i piedi sollevati da terra e tutte le altre sensazioni a mille dell’innamoramento. L’altro può rappresentare la sicurezza, la cuccia, un progetto di vita più concreto del sesso sfrenato e del supplicare che il telefono squilli, ma di certo non lo stato di grazia della sbandata.
Questo per dire che c’è una differenza sostanziale tra la cotta e il sentimento profondo. La prima è la manna dal cielo, una delle ragioni per cui vale la pena essere al mondo. Il secondo, però, è quello a cui di solito le donne ambiscono. Non a caso, quando siamo cotte di un uomo vorremmo sposarlo, farci dei bambini, condividere la vecchiaia con lui. Siamo talmente rincitrullite che in quella fase l’ultimo dei pensieri a sfiorarci è che dopo pochi anni (tre se va bene) non lo troveremo più così speciale.
Così, anche se la storia si consolida, a un certo punto ci verrà voglia di qualche distrazione (vi prego di apprezzare l’eleganza del termine). Ma se la new-entry ci porterà via dal compagno precedente è proprio perché, secondo me, amare (davvero) due uomini è impossibile. Tant’è che a un certo punto la scelta diventa obbligata.
Ultimi commenti