Tra mille rallentamenti e piccoli intoppi che non mi hanno ancora permesso di prendere posto al cancelletto della partenza, sto per ristrutturare casa. Il che significa (anche) scegliere i colori che diventeranno protagonisti di pareti, mobilia & Co.
In realtà, dubbi non ne ho: la tinta predominante dell’appartamento ideale, infatti, per me è bianca. Ne sono talmente convinta che quando il mio fidanzato mi propone delle alternative, io parto inesorabile con una filippica snervante e sfinente su tutti i pregi della nuance della luna, della neve, del latte e della panna montata… Insomma, di tutto quello di più bello e buono che esiste al mondo.
Se ve ne parlo, è perché su Confidenze in edicola adesso c’è un articolo, Quale colore ti fa stare bene?, che ovviamente mi sono letto tutto di un fiato visto il momento topico in cui è stato pubblicato. Ho scoperto, così, che gli effetti emozionali di ogni tonalità dipendono dal contenuto in cui li vediamo.
Questo dettaglio, però, non mi ha smosso dai miei gusti. Perché se in India il bianco è sinonimo di lutto e da noi c’è chi pensa che una casa “lunare” faccia molto “clinica svizzera”, io continuo a vederla come un luogo arioso, pulito e, per effetto, ottico molto più grande.
La stessa regola dei volumi amplificati, purtroppo, vale anche per l’abbigliamento. Ma se è notorio che il chiaro allarga, soprattutto in estate me ne infischio. Tant’è che i pezzi forte del mio guardaroba da maggio a settembre inoltrato sono i jeans bianchi, nonostante non mi rendano certo una silfide. Eppure, indossarli mi dà un piacere immenso, che giustifica il vistoso dilatarsi delle mie forme.
Secondo la psicologa del colore intervistata nell’articolo, il bianco appartiene al gruppo cromatico dell’inverno, che rimanda a una personalità che non ammette compromessi, sofisticata e sicura di sé. Mi riconosco? A dire il vero, mica tanto. I compromessi, infatti, credo che facciano parte della vita e che, addirittura, spesso la semplifichino. Quindi, li ammetto eccome. Anzi, ringrazio che esistano.
In quanto a sofisticatezza, poi, non ne parliamo. Perché anche se è difficile descrivere noi stesse, è vero che qualche voce sul nostro conto ci giunge sempre alle orecchie. E vi assicuro che non ne ho mai sentita una che mi giudicasse una regina di femminile ricercatezza, visto che sono un maschiaccio mancato.
Arriviamo, infine, all’argomento della sicurezza. Che per quel che mi riguarda, vacilla come una barchetta nell’oceano in balia delle giornate, le situazioni e gli eventi. Mentre è ben solida su un fatto: la casa dei miei sogni è assolutamente bianca. Con un armadio bianco, pieno di jeans candidi e luminosi come la neve. E pazienza se sto esaltando il colore simbolo di quell’inverno in cui mi riconosco ben poco: bianco forever rimane il mio motto.
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