Astrid, libera come Pippi Calzelunghe

Cuore
Ascolta la storia

Pippi Calzelunghe compie 80 anni. Tradotto in 80 lingue, il romanzo di Astrid Lindgrem insegnò ai bambini a credere in se stessi

Migliaia di bambini hanno riso in tutto il mondo leggendo le peripezie di Pippi, Tommy e Annika, uscite dalla penna di Astrid Lindgrem, scrittrice svedese. La sua vita fu all’insegna della stessa libertà che seguivano i suoi personaggi ribelli

 

di Elena Vesnaver

 

Invecchiare è una noia, essere saggi è una noia, sapere tante cose è noioso. Vengono da te, fanno mille complimenti e chiedono consigli. Io odio dare consigli e aveva ragione Pippi, a chi importa sapere

qual è la capitale del Portogallo o la tavola piragotica a memoria?
Ah, Pippi.
Tutte le mie bambine, anche i bambini, ovvio, uscite da questa penna che nemmeno immaginavo potesse diventare così potente, tutte le amo, però Pippi, Pippi Succiamenta, Pippi Tapparella, Pippi che solleva
un cavallo, che combatte le persone di buona volontà e i ladri, Pippi è la bimba del mio cuore, Pippi è la libertà, cara Pippi, che sei un pochetto me, la bambina che ero.
Ci arrampicavamo sugli alberi e sui tetti; saltavamo dalle pile di legname e dai fienili; strisciavamo attraverso tunnel pericolosi scavati in mucchi di segatura; nuotavamo nel fiume anche prima di aver imparato a farlo. Ma siamo tutti sopravvissuti”.

UN’INFANZIA DA SOGNO
Certo che invecchiare è una noia, non posso fare più quelle cose lì, cioè giocare e giocare e giocare dalla mattina alla sera, perché quanto era bella la vita a Vimmerby, nella nostra casa
rossa, in mezzo agli alberi di mele, con tanti amici e le favole che che ascoltavo seduta sul pavimento della cucina e tutta la felicità che sentivo, tutto l’amore che avevo intorno.

Ho avuto un’infanzia talmente bella che mi faceva un gran nervoso che terminasse e così, in tutte le storie che ho scritto, ne ho messo un pezzetto, come un talismano, quasi nella speranza di poterla ricominciare,

prima o poi.

Niente, essere adulti è una no- ia e basta, non si scappa.

L’ho pensato quando sono rimasta incinta, avevo 18 anni, troppo grande per non sapere che poteva succedere e troppo piccola per capirlo fino in fondo. Era successo e la sola cosa che mi era ben chiara era che
non mi volevo sposare.
Così il mio Lars l’ho lasciato presso una buona famiglia, povero piccolo, con il dolore che non potevo dargli un’infanzia come la mia, anche se poi, dopo qualche anno, dopo che mi ero sposata con Sture, è tornato con noi. E poi l’altro dolore, ancora più forte, aver perso il mio paradiso terrestre, la mia Villa Villacolle e nemmeno papà e mamma, nemmeno loro erano più gli stessi.

Certe volte, quando fa buio, quando fa freddo, li penso e li vedo sempre là, nella casa rossa circondata dai meli, papà torna dai campi, mamma guarda dalla finestra. E mi aspettano. “«Ma allora chi ti dice quando devi andare a letto la sera o cose simili?», chiese Annika. «Me lo dico da sola», spiegò Pippi. «Prima con le buone e se non obbedisco, in tono che non ammette repliche»”.

NASCE UN PERSONAGGIO

Quell’inverno Karin aveva la polmonite e tenerla buona era un’impresa. Non so, Lars era tanto tranquillo e la mia seconda figlia era un terremoto, però mi piaceva, mi faceva allegria. Comunque, Karin aveva la polmonite e io le raccontavo storie buffe e un giorno lei mi fa, raccontami di Pippi Calzelunghe. Come, Pippi Calzelunghe. Dove lo aveva pescato quel nome? Be’, con un nome così stravagante quella bambina doveva essere un tipo molto bizzarro.

I suoi capelli color carota erano stretti in due treccioline, ritte in fuori; il naso pareva una patatina ed era tutto spruzzato di lentiggini. Il suo vestito era originalissimo: Pippi se l’era cucito da sola. Un paio di calze lunghe, una marrone e l’altra nera, le copriva le gambe magre”. Quanto rideva Karin!

Quanto hanno riso i bambini in giro per il mondo con le peripezie di Pippi e di Tommy e di Annika e quanto ho riso io poco tempo fa, quando il mio editore mi ha detto che, facendo due conti, i miei libri sono stati tradotti in più di 70 lingue, dall’arabo allo zulù, dai, pare una storiella, una filastrocca. Sì, perché dopo Pippi sono arrivate altre bambine e altri bambini, ogni tanto me li vedo attorno tutti insieme, ora, che sono diventata una vecchia miope e un poco pazza. Martina, Melina, Ronja, Lotta e poi Emil e Kalle.

Quante storie, quante avventure, quante marachelle, anche, perché i miei bambini sono veri, non vinceranno mai il primo premio per buona condotta, questo è sicuro e guai se non fosse così. Però Pippi, cara la mia Pippi, saggia la mia Pippi. “Perché dovrei andare a scuola? Me la sono cavata perfettamente per ben nove anni e posso continuare nello stesso modo”.

Quante critiche, anche, si sono portate dietro Pippi e le mie altre ragazzine. Troppo ribelli, poco educate, lingue lunghe, pronte a menare le mani, se serviva e sicure di se stesse, ma facciamo prima a dire che per la società sono semplicemente troppo libere. Solo che la libertà non è mai troppa e bisogna ricordarlo sempre, giorno dopo giorno e se costa un po’ di solitudine, non importa, la libertà vale tutto. Mi sono divertita e sul serio in questa vita, che non è mai semplice ma sempre bella, mi sono divertita e sono stata fiera di aver fatto crescere tante donne meravigliose che hanno letto i miei libri.

Grazie, grazie, grazie! L’ho letto la prima volta a 12 anni, ora ne ho 15. Oh, come hai potuto sapere che avevo bisogno di quel libro proprio allora e per sempre”.

Quante lettere fantastiche ho chiuse nei miei cassetti e ogni tanto le tiro fuori e le rileggo. Riscaldano il cuore. Curano l’anima. Mi fanno ridere durante le lunghe sere d’inverno, o quelle mattine d’estate tutte dorate e silenziose, con il tempo che si allunga quieto e sembra tantissimo. Mi hanno eletta anche personaggio svedese dell’anno, ci rendiamo conto? Ho appena compiuto 94 anni e mi hanno fatto un’intervista per festeggiarmi e io ero un po’ imbarazzata perché le domande erano profonde, complicate. Poi il giornalista mi ha fatto una domanda difficilissima che mi ha proprio mandato in confusione: che cosa desidera ricevere per questo suo compleanno tanto importante? Mi guardava, come se dovessi regalargli non so che perla di saggezza. Allora ho chiuso gli occhi e ho chiesto aiuto a Pippi, cara Pippi, ho cercato di immaginare quello che avrebbe risposto lei.

 

 

Confidenze