Compagni di scuola

Cuore
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Dopo 45 anni sto per rincontrare i vecchi amici della scuola elementare. Che non vedo dai tempi della foto qui accanto, che mi ritrae al mio banco

Il numero di Confidenze in edicola adesso è in gran parte dedicato a San Valentino. Vi consiglio quindi di leggerlo, anche se questo significa togliermi qualsiasi argomento sulla festa degli innamorati. Ma vi assicuro che non mi crea nessun problema, anzi.

Mi permette, infatti, di prendere spunto dall’editoriale di Angelina, Quando ami, facci caso (in cui il direttore ricorda il suo primo castissimo bacio a 7 anni, con un compagno delle elementari), per raccontarvi un’impresa a cui sto lavorando in questi giorni e di cui vado molto fiera: rintracciare non I ragazzi della 3°C, ma i bambini della C (dalla prima alla quinta). Quelli, cioè, con cui ho condiviso i miei primi anni sui banchi di scuola (la nostra sezione era davvero la C!!!).

L’idea è nata una sera quando, con un’amica di allora mai persa di vista, ci siamo dette: «Perché non provare?». E da lì si è messo in moto un meccanismo che ha dato ottimi frutti. Gonfia di orgoglio come un tacchino, dopo solo due settimane posso comunicarvi un dato assolutamente stupefacente: alla cena della vecchia classe saranno presenti 15 alunni. Che, detto in entusiasti termini finanziari (o politici???), corrisponde a un apprezzabile 50% (sottolineo che non parliamo dei “banali” compagni del liceo, ma delle elementari!!!).

Come siamo arrivati a questo risultato è semplice: grazie a un mix di ricerche su Facebook, di passaparola e di telefonate del tutto improbabili a vari sconosciuti trovati su Internet, che secondo noi avrebbero potuto condurci al soggetto latitante.

Il quale, una volta stanato, è stato inserito in un gruppo Whatsapp creato ad hoc (e che naturalmente porta il nome della scuola), per metterlo in contatto con gli altri. Dopodiché, esattamente come le ciliegie, un compagno ha tirato l’altro fino a raggiungere quota 15.

In realtà ne abbiamo trovati di più. Ma alcuni vivono dall’altra parte del mondo e non ce la faranno proprio a venire a Milano per la pittoresca rentrèe. Però, appartengono lo stesso al gruppo Whatsapp e partecipano ai dialoghi surreali che lo animano.

Li definisco così, perché i messaggi hanno davvero dell’incredibile, poiché vengono scritti e letti da persone che non si vedono da 45 anni (più dell’età di tante mie colleghe), ma che sono legate da qualcosa di speciale. Intanto, un lungo trascorso insieme, anche se ormai remoto. E poi, sono accomunate da un senso dell’umorismo che probabilmente ci ha insegnato la nostra maestra.

Tanto spiritosa, a dire il vero, non me la ricordo. Eppure, i Whatsapp testimoniano che la signora K ha creato dei geni dell’ironia sottile, garbata ma super efficace. Infatti, ogni volta che mi arriva un messaggio mi faccio delle grasse risate. Anche in questo preciso momento, visto che ho avvisato tutti che sto scrivendo il post sulla nostra Carramba che sorpresa e gli interventi si sprecano.

Mi piacerebbe riportarli, ma vi direbbero poco quindi ve li risparmio. Lasciatemi però buttare lì due accenni tanto strampalati per voi quanto ben precisi per noi. Tipo: un sorso di inchiostro, pesciolini e pescioloni di liquirizia, kaiser come le pere. Che non sono parte del menu previsto per la cena che ci riunirà anche fisicamente, ma significative citazioni. Ai miei vecchi amici decidere se da dieci grande o dieci piccolo!!!

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