Sul numero di Confidenze in edicola questa settimana, nell’articolo Se il tradimento è doppio, tre persone raccontano (chi ne panni della vittima e chi del carnefice) la loro esperienza in uno dei classico dei classici dei cliché delle corna: lei, lui e il migliore amico di uno dei due.
Leggendolo, mi sono accorta della mia banalità politically correct, perché mi sono trovata completamente dalla parte della tradita, e pronta a prendere a calci i due traditori. Di cui una è pure donna, a conferma che le schifezze umane non hanno sesso (ma lo fanno con il compagno delle loro “amiche”).
Una traditrice del genere, a mio avviso, non ha scusanti. Non per moralismo, ma perché mi fa domandare, appunto: «Perché?». Con tutti gli uomini che ci sono in giro, su quelli già sistemati si deve concentrare? Comunque, senza arrivare a questo tipo di tradimento, che poi è il peggiore, (per fortuna se anche mi è capitato non lo so, né lo voglio sapere), non tollero nemmeno quelle donne (di solito single) che si atteggiano a femmes fatales. Le poverette, cioè, che non riescono a stare al loro posto, convinte di apparire irresistibili agli occhi del sesso forte (spesso talmente scemo da sentirsi sul momento lusingato).
Un esempio? Poco tempo fa a una festa, una squallida si è messa a massaggiare le spalle di uno che conosce da una vita (come se questo dettaglio giustificasse tanta confidenza), ma fidanzato con un’altra. Assistevo alla scena allibita pensando: «Sei stata mollata da tuo marito e, seppur in caccia sfrenata, sei qui sola come un cane a fare la facilona per mendicare attenzioni. Non ti rendi conto di quanto ti stia rendendo patetica?».
Sono certa che il gesto non voleva essere un adescamento, ma un semplice modo per recuperare un po’ di autostima in un momento disastroso. Ma il consiglio che mi sento di dare alle donne che si comportano così è cercare di andare a colpo sicuro. Si diano da fare solo se sono certe di accalappiare la preda, invece di sbandierare senza risultato un’inesistente capacità di conquista. Per una non doppia, ma tripla questione: di educazione, di eleganza. E per evitare, il giorno dopo, di essere il triste argomento delle telefonate di commenti tra le amiche (comprese le sue).
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