«Chiedi per favore». «Dì grazie». «Stai dritto a tavola». «Non mangiare con la bocca piena». «Fai entrare prima la signora». «Guarda in faccia e stringi forte la mano quando saluti». Se ripenso a quante volte ho ripetuto queste frasi ai miei figli, alzerei il telefono per chiamarli e scusarmi. Sono infatti cresciuti con un continuo ripetersi di categoriche esortazioni, talmente incalzante da assomigliare a una canzone rap.
Mi dichiaro pentita, ma sappiate che sto mentendo: se tornassi indietro farei esattamente lo stesso. Cioè, cercherei di insegnare loro le vecchie regole dell’educazione. Obsolete per qualcuno, ma a mio avviso così importanti da far la differenza tra le persone. E se i miei due adorabili marmocchi non sono certo degli stinchi di santo, devo dire che sulla forma non se la cavano male (eccola, la mamma innamorata dei suoi cuccioli!).
Vi racconto questo perché sul numero di Confidenze in edicola in questi giorni c’è un articolo (che vi consiglio di leggere) in cui lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli suggerisce come educare i figli. Vi anticipo solo che consiglia di non chiedersi in continuazione se siamo dei bravi genitori. Beh, se avessi letto il pezzo anni fa avrei vissuto meglio, perché non so quanto tempo ho passato a interrogarmi questa domanda. D’altronde, credo che sia umano.
Da un po’ ho smesso di farmela, ma non perché abbia trovato la risposta. Semplicemente i miei ragazzi sono ormai giovani uomini e negli anni abbiamo avuto modo di parlarci un po’ di tutto. E nelle lunghe (a volte belle e a volte dolorose) chiacchiere, ho scoperto che in alcune materie sono stata promossa. In altre, rimandata a settembre. E che nel mio curriculum ci sono anche delle drastiche bocciature. Insomma, non sono stata una mamma da podio, ma neanche da rinchiudere e buttare via la chiave.
Soddisfatta? Ovviamente no. Mi sarebbe piaciuto sentirmi avvolta da un (doppio, visto che i figli sono due) abbraccio carico di riconoscenza e ascoltare solo elogi sul mio operato. Tutto questo, però, non è successo. Ma quando vedo i miei “bambini” aprire la porta alle fidanzate mi dico che la loro educazione vecchio stampo mi scagiona da tante altre colpe.
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