Si fanno ancora follie per amore? In un’epoca di individualismo smaccato e consumismo dei sentimenti sembra anacronistico chiederselo, un po’ come quando leggiamo certe scritte sui muri tipo “Marta ti amo”, sorridiamo a vestigie di un tempo che fu, soppiantato dalla fretta del cuore, che non lascia spazio all’espressione vera dei sentimenti.
Eppure nella storia vera Follia a due, raccolta da Bruna Alasia e pubblicata su Confidenze, la protagonista Valentina ci parla del “colpo di testa” più grande che una donna possa fare: lasciare di punto in bianco il marito dopo dodici anni di matrimonio per scappare con un uomo conosciuto da un mese. E non per infrattarsi nel motel a fianco, ma per trasferirsi per sempre con lui a Stoccolma. Terra di gelidi venti dove forse solo una travolgente passione così può scaldare i lunghi inverni.
Vi invito a leggere le pagine del racconto, quando Valentina rievoca lo stupore negli occhi del marito che, dopo averla ignorata e trascurata nei tanti anni di un matrimonio spento, la mette in guardia dicendo che al suo ritorno (perché lei, tapina, dovrà tornare con la cenere sul capo…) non lo troverà più.
«Ci diedero dei matti» racconta la protagonista, che a distanza di ventiquattro anni rievoca la sua meravigliosa storia d’amore con Dag, biondo vichingo conosciuto un giorno mentre lui era turista a Firenze. «È stato un richiamo di vita» ammette alla fine Valentina, ma quante di noi oggi avrebbero il coraggio di fare un passo simile?
Mi piacerebbe che ciascuna raccontasse la sua personale follia d’amore, che non dev’essere per forza attraversare il mondo per seguire il proprio principe azzurro, ma un gesto, un episodio che hanno sconvolto la vostra vita, spezzato un equilibrio per creare qualcosa di bello.
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