Quando in redazione hanno chiesto chi voleva scrivere il post su Perché amo solo uomini anziani? (trovate l’articolo su Confidenze di questa settimana) ho alzato la mano con tale entusiasmo che quasi mi si slogava la spalla. Visti i miei trascorsi, infatti, ho pensato che fossi la persona giusta per dare una nutrita testimonianza.
Poi, con la tastiera pronta sotto le dita, mi sono accorta che in realtà i vecchietti non è che mi piacciano tanto. Semplicemente, a un certo punto della vita ho preferito un fidanzato ben più grande di me. Ma visto che ero giovanissima, l’interessato era, appunto, solo più grande. E non certo un bacucco.
D’altronde, rubare il cuore a un’adolescente è un gioco da ragazzi per un uomo navigato. E pazienza se lui aveva “soltanto” 35 anni: la sua bellezza sconvolgente, il fatto che fosse auto munito (a quell’età fuori da scuola preferisci che ti aspetti una macchina e non il solito Vespino) e sicuro di sé (una biondina sedicenne che ti ama rende la tua autostima scoppiettante come un fuoco d’artificio) l’hanno reso la preda più appetibile che avrei potuto sognare.
La storia, quindi, ha funzionato. E se con le amiche lo chiamavamo “il nonno”, il tipo in questione aveva 35 anni. Il che significa un fisico al top senza pancetta né cedimenti cutanei, i denti ancora suoi e tutti originali, una gran voglia di vivere, tanta energia per uscire alla sera senza mai guardare l’orologio, nessuna ex moglie e tanto meno figli che si sono insinuati nella mia vita.
Dicevo che la storia ha funzionato, ma nella vita tutto finisce. Eppure, quando è successo non ho alzato il tiro puntando sui 50, anzi: ho accorciato la distanza di età, sposandomi con “giovanotto” che aveva solo 10 anni in più e ho mantenuto lo stesso gap generazionale con chi è venuto dopo che mi sono separata.
E se dovessi pensare a un nuovo passaggio del testimone? Oggi di certo non prenderei neanche in considerazione l’eventualità di un settantenne. Non per mancanza di coerenza, ma per due grossi limiti che frenano neanche fossero l’ABS.
Il primo, ribadisco, è l’aspetto fisico. Hai voglia di sostenere quanto siano ancora belli Richard Gere o Sean Connery. Ma prova a immaginarli alla mattina appena svegli in boxer e maglietta stropicciati, un po’ unti dopo il sonno e con la barba sfatta. Non so cosa la scenetta susciti in voi, ma dentro di me nulla di erotico.
Il secondo riguarda invece il rapporto con l’età. Visto che gli anni sono passati anche per me, di vecchiaia non ne voglio sentire parlare perché è uno spauracchio che mi aspetta dietro l’angolo. Ma il vero problema è un altro: a ogni candelina che spengono, gli uomini si spengono anche loro, diretti inesorabilmente verso la pantofoleria più angosciante.
Cosa fare allora? Se scarto il toy-boy e snobbo il vecchietto, mi sa che mi resta un’unica soluzione: giocare a burraco.
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