Il 30% delle persone che stanno insieme quando va in vacanza litiga. E’ triste da dire, ma lo dichiarano le statistiche (riportate anche su Confidenze in edicola adesso nell’articolo Parti in coppia? Occhio a questi rischi). E lo ribadiscono i numeri: negli ultimi cinque anni solo in Italia 25.000 coniugi hanno chiesto la separazione proprio a settembre. Diventando ex appena rientrati dalle ferie.
In effetti, nell’immaginario collettivo l’idea di partire in due e stare cheek to cheek per un paio di settimane, finalmente liberi dagli impegni imposti dalla solita routine, è bellissima. Peccato che, poi, la realtà di giornate simbiotiche spesso si trasforma in una sorta di gabbia dalla quale viene voglia di fuggire.
D’altronde, se ci pensate bene uomini e donne hanno gusti, esigenze e ritmi talmente diversi che tenerli appiccicati 24 ore su 24 è davvero come innescare una bomba a orologeria.
Facciamo l’esempio di una coppia al mare. Dove lei vuole abbronzarsi. Dimagrire. Leggiucchiare qualche gossip tra una chiacchiera e l’altra. Approfittare della vacanza per aver conferma dell’adorazione del compagno. Al punto che la sua (di lui) più piccola distrazione (magari una veloce e innocente sbirciata al giornale) viene interpretata come un atteggiamento indolente. O, peggio, il segnale di scarso interesse nei confronti della dolce metà.
Diametralmente opposto, invece, è l’approccio maschile alle ferie. Infatti, lui se ne sbatte del sole. Mangerebbe dalla mattina alla sera. Se prende in mano il tablet, gradirebbe informarsi su cosa succede di serio nel mondo avvolto da un silenzio tombale. In più, tracotante come sono gli uomini in generale, non sente il minimo bisogno di prove: certo che chi ha accanto è felice di essere lì, non necessita di continue dimostrazioni d’affetto. Anzi, se la compagna se ne sta un po’ sulle sue meglio, così non lo soffoca.
Insomma, il problema è che parte e controparte attribuiscono alle vacanze valenze differenti. Sdolcinate-romantiche, le donne. All’insegna del cazzeggio che rasenta la sciatteria gli uomini. Come illudersi, quindi, di tornare a casa rinfrancati nello spirito e sempre più vicini nel cuore? Siete tutti d’accordo, immagino, nel definire l’impresa al limite dell’impossibile.
E’ vero, però, che esistono unioni più durature di un anno. Questo significa che sono state talmente fortunate da superare almeno un agosto gagliardo insieme. E di essere rientrate in città desiderose di affrontarne un altro e, magari, un altro ancora.
A questo punto viene da chiedersi quale sia il loro segreto. Il mio modesto parere è che sarebbe opportuno portare in vacanza lo stesso rispetto che si riserva all’altro quando si è a casa. Senza imposizioni, né pretese di attenzioni assurde che nella vita “normale” non oseremmo mai.
Ma, soprattutto, ricordando che l’essere umano non è fatto per la simbiosi.
Osservando quello che succede in spiaggia, mi accorgo che non sono l’unica a pensarla così. Infatti, ci sono momenti della giornata in cui sulle sdraio si vedono solo donne. Tanto illuminate da non obbligare la dolce metà agli stessi orari da lucertola.
In paese, nel frattempo, i tavolini dei bar pullulano di soli uomini, pacifici davanti a cappuccio e briosche con il giornale in mano (un quotidiano, non una rivista di pettegolezzi!).
Più tardi, poi, le coppie si riformano. Con i componenti belli rilassati da quegli sprazzi di lontananza in cui ognuno ha seguito le proprie inclinazioni senza accanto l’altro sbuffante.
Ebbene: questa è la prova lampante che volersi bene non vuol dire trascorrere le vacanze come l’edera sul muro. Anche perché se non ci comportiamo così 11 mesi l’anno, perché sconvolgere le sane abitudini nel dodicesimo? Una follia che porta allo sfacelo come tristemente confermano, appunto, le statistiche.
Detto ciò, vi saluto e me ne vado in spiaggia. E lì aspetterò il mio fidanzato che prima o poi, dopo i suoi giretti e con grande calma, mi raggiungerà.
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