L’amore per gli animali divide quasi come il tifo per le squadre di calcio ( e in giorni di Mondiali lo si può bene vedere) o le abitudini alimentari (vedi chi è vegano e carnivoro).
Soprattutto quando in ballo ci sono cani e gatti le tifoserie si serrano compatte e i luoghi comuni si sprecano. Pe questo ho amato molto la storia vera raccolta da Conny Melchiorre Macchiolina Vs la teoria del gatto. che trovate su Confidenze, dove l’autrice confuta punto per punto, partendo dall’esperienza personale con la sua micia, la quantità di falsità che si sentono dire sui felini. A cominciare dall’eterna contrapposizione tra l’egoismo del gatto e la generosità e fedeltà senza confini del cane: ”il gatto non si affeziona alle persone ma ai luoghi”, dice la vulgata.
Eppure chissà perché il mio passa le ore in anticamera ad aspettare mio marito che rientri a casa la sera e in questi giorni che mio figlio è in vacanza non si capacita che la sua stanza sia deserta e al mattino ci fa capolino come a controllare se nel frattempo il suo padronicono non sia tornato.
” Il gatto è un opportunista e si avvicina solo quando gli serve ed è indipendente“. Forse su questo un fondo di verità c’è ma a me piacciono i felini proprio per questo: il loro senso di indipendenza, non mi fanno sentire in colpa o inadeguata se non riesco a dedicar loro più tempo. Ma sul fatto che siano opportunisti no, posso provarlo: quando la sera torno a casa dal lavoro e Codino smiagola (è il gatto della foto), non smette di farlo neanche se gli riempio la ciotola di croccantini. E sapete perché? Adesso l’ho capito, vuole le coccole dalla sua padrona, quei cinque minuti di carazzine e attenzioni che gli fanno fare le fusa, socchiudere gli occhietti e sorridermi con un musino tenero davvero irresistibile.
Infine, l’ultima credenza citata dalla nostra Conny Melchiorre è che “il gatto pensa solo a se stesso mentre il cane fa la guardia“. E qui per confutare la diceria, posso solo citare un divertente episodio accaduto qualche settimana fa a casa mia. Nel mio palazzo dominano incontrastati i possessori di cani e al mattino presto è tutto un andirivieni in ascensore di guinzagli e condomini che portano a spasso i quattrozampe. È capitato più di una volta che il mio gatto facesse capolino sulla porta di casa – mentre mio marito aspetta l’ascensore -e che finisse e coinvolto in un faccia faccia con un cane, degno di un film di Sergio Leone.
In questi casi viene fuori la partigianeria dei proprietari: «Non si proeccupi il mio è innocuo, dice la signora parlando del suo cagnetto fulvo e rosso, grande poco più del mio micio, ma che abbaia più di un cane lupo».
«Si figuri» replico io piccata, mentre mio marito per stemperare la tensione dice scherzando: «Dài Codino, fagli vedere chi comanda qui…».
E qui davvero si vede l’attaccamento al territorio degli animali: di fronte a quel pelosetto rosso che non la finiva più di urlare Codino ha inarcato la schiena, socchiuso le pupille ed emesso un ringhio misto a un soffio che solo la provvidenziale chiusura delle porte dell’ascensore ha evitato di trasformare in rissa.
Insomma, questi per dirvi che quando si viene toccati sugli affetti per gli animali si finisce tutti per agire più di pancia che di testa. L’importante è ascoltarli con il cuore, che siano cani o gatto, al di là dei luoghi comuni il bene più prezioso che hanno è il nostro affetto.
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