Cosa succede quando l’uomo a cui hai donato tutta te stessa, mente e cuore, all’improvviso si trasforma in un mostro e diventa inspiegabilmente geloso, violento, considerandoti come un oggetto di sua proprietà?
Nella storia vera Il gelo nel cuore, Najaaa racconta la sua tragica esperienza, (diventata anche il libro Ti amo anima mia. Una storia di violenza, Edizioni Psiconline) di giovane donna alle prese con un marito violento che le toglie tutto: dignità, identità, voglia di vivere. Una vicenda simile a quella di altre donne che all’improvviso agli occhi del loro uomo, da principesse diventano solo mogli da raddrizzare, da sgridare se serve, come scrive Najaa nella sua testimonianza su Confidenze di questa settimana:
“Devo essere una moglie, non una puttana, ed è esattamente come mi tratterà. C’è uno schiaffo di troppo a farmelo capire, Non ho più uno spazio, una dignità e nemmeno un’identità. Non mi riconosco. Sono magrissima, pallida e spaurita. Di certo manovrata e confusa. Per lui non sono una brava moglie e devo essere raddrizzata, istruita, sgridata se serve, semplicemente in nome dell’amore”.
Solo scrivendo, Najaa è riuscita ad alleggerire il peso della violenza subita e oggi desidera che la sua vicenda sia di aiuto anche ad altre donne. Per questo ha anche aperto una pagina Facebook e un sito Internet (www.najaa.it). Noi l’abbiamo intervistata a margine del racconto e questi sono alcuni brani più significativi della testimonianza che troverete sulla rivista:
“Quello che vorrei dire alle donne è di essere sincere con loro stesse. Di non nascondersi dietro alle paure, né di giustificare certe situazioni e certi uomini. Di non sentirsi in colpa e soprattutto di uscire dalla violenza, sempre, di qualsiasi forma essa sia, sia che provenga da parte di amici, amanti, parenti o chi per loro”.
Il suo è quindi un invito a trovare il coraggio di parlare e a non nascondersi nella vergogna.
Eppure per tante donne uscire dal silenzio è un peso enorme da affrontare, un’umiliazione ulteriore che si aggiunge alle tante già patite.
Mi ha colpito la scorsa settimana la dichiarazione di Madonna riportata da alcuni quotidiani che, rievocando lo stupro di cui era stata vittima a 19 anni, ha ammesso di non aver sporto denuncia all’epoca dei fatti, perché si sarebbe sentita doppiamente umiliata. “Se avessi denunciato – ha spiegato la cantante – avrei dovuto sottopormi a una visita ginecologica e testimoniare in tribunale, dove i giudici fanno un sacco di domande intime e personali”.
Quante donne la pensano così ancora oggi? E quante magari nel tentativo di salvare un matrimonio, non denunciano un marito violento?
Ci piacerebbe sapere voi cosa ne pensate.
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