Il mio esercito di guerriere gentili

Cuore
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Con la grinta delle più accanite combattenti, le guerriere gentili si realizzano aiutando il prossimo. Ecco perché il mondo dovrebbe essere in mano a loro

Guerriere gentili è un articolo che trovate su Confidenze in edicola adesso, in cui quattro donne raccontano la soddisfazione e il senso di realizzazione che provano nell’aiutare il prossimo.

Sapere che esistono persone desiderose (e capaci) di votarsi ai problemi altrui fa sicuramente bene al cuore. Sempre e comunque. Ma in una tra le settimane più complicate della mia vita, più che leggere il pezzo me lo sono divorato. Rendendomi conto della mia grande fortuna: non sto affrontando la situazione sola come un cane, ma circondata da una rete affettuosa e talmente fitta che non avrebbe permesso la fuga neanche al più microscopico pesciolino.

Le maglie di questa rete magica sono, appunto, le mie Guerriere gentili. Ovvero, le amiche eterne e le più recenti che, messe tutte insieme, hanno creato quella che mi piace definire una “catena d’amore”: un gioiello dal valore inestimabile grazie al quale, nonostante le interminabili ore trascorse aggrappata al telefono in attesa di notizie, non mi sento mai abbandonata a me stessa, né dimenticata dal mondo.

Tanto senso di protezione e tenerezza, poi, è amplificato da incessanti attenzioni, gesti, pensieri e visite in casa che trasudano sincerità e palese desiderio di regalarmi puro conforto. Senza nessuna richiesta in cambio, anzi. Con la pazienza di accettare gli ovvi sbalzi d’umore tipici dello stato di shock, capaci di passare in un nanosecondo dalle lacrime copiose come le cascate del Niagara all’irrefrenabile necessità di accennare una risata.

Davanti ai comportamenti delle Guerriere gentili che mi stanno supportando (non avrò mai parole abbastanza degne per descriverli) mi trovo con la testa immersa nei soliti pensieri che si impadroniscono della mente quando tutto va storto. E che voglio condividere.

Parto dall’amicizia, sentimento che ho sempre celebrato a mille e coltivato con tenacia da che ho memoria. Un (meraviglioso) impegno che mi ritrova, oggi, a ringraziare di aver puntato sulle persone giuste. Le mie guerriere, infatti, sono divertenti, simpatiche, stimolanti e favolose compagne di bagordi. Ma anche ricche e generose nel diffondere il bene nel momento del bisogno.

Passo agli imprevisti della vita. Di cui tutti diciamo che possono capitare a chiunque, convinti però di non essere contemplati nel gruppetto dei chiunque. Tant’è che quando il destino decide di non incombere sul conoscente del conoscente, del conoscente, ma su di noi, ci trova impreparati.

Arrivo, quindi, all’ineluttabilità. Che il mondo non abbia nulla di perfetto è un dato di fatto. Eppure, nonostante l’età carichi ognuno di noi di esperienze (vissute o sentite raccontate) e rinforzi le spalle, ribadisco che nessuno crede mai che possa arrivare il proprio turno (né quello di una persona cara). Perciò, quando il fattaccio all’improvviso si palesa, è un vero disastro. Di non facilissima gestione.

Da un lato, infatti, c’è la razionalità. Che impone di essere lucidi, consapevoli, magari incazzati neri ma decisi a non lasciarsi strascinare nel baratro, perché è noto che nella vita le cose brutte succedono. E che non esiste altra soluzione se non affrontarle.

Dall’altro, invece, intervengono le emozioni. E lì, belli miei, anche la forza più granitica si sgretola. Perché cercare di non perdere la calma, ripetere come un mantra frasi positive (nonostante la scaramanzia ne faccia sputare dalla bocca solo negative), tentare di convincersi che presto ci sarà una svolta felice e mantenere le abitudini quotidiane per non sclerare  possono rivelarsi imprese ciclopiche. Infatti, è facile sclerare lo stesso.

Nel mio caso, se ancora conservo un barlume di speranza è grazie al reggimento delle Guerriere gentili. Che vivono l’intento di tirarmi su il morale con una generosità sconfinata ed elargita a man bassa.

Non le cito nome per nome, perché loro sanno benissimo chi sono. E non cito neanche l’esercito di Guerrieri altrettanto gentili che le affiancano. Concludo, però, con una riflessione di drammatica attualità: dato che esistono anche uomini dotati di un cuore gigante, in questo assurdo mondo guerrafondaio le milizie non potrebbero formare plotoni con solo questo genere di soldati? A cui impartire un unico ordine: costruire catene d’amore.

Confidenze