L’altro giorno in visita a casa dei miei genitori, mia madre mi ha accolto sulla porta con un «Ah, devo farti vedere una cosa, guarda cos’ho trovato nell’armadio. Dimmi solo se vuoi tenerlo o posso buttarlo perché qui occupa spazio e non ci sta più niente».
Appeso a un ometto c’era il mio vecchio giaccone navale, quello che è stata la mia divisa per quasi i tutti cinque anni di liceo. Chi aveva 15 anni alla fine degli anni 70 forse capirà a cosa mi sto riferendo. Un capo che oggi guarderei con aria incredula e poco propensa a indossare, ma che allora era irrinunciabile, una specie di coperta di Linus che mi ha accompagnato negli anni dell’adolescenza. Fatto di un panno blu pesantissimo, capace di sopportare i rigidi inverni milanesi di una volta, aveva un doppio petto di bellissimi bottoni dorati con incisa un’ancora, già perché il giaccone navale nasceva come divisa dei marinai e quindi doveva riparare dal vento e delle intemperie del mare.
Il suo acquisto era già un’avventura. A Milano lo vendevano solo in un negozio di articoli militari usati dove andava a ruba: ricordo un lungo viaggio in tram con la mia amica del cuore fin dopo la Darsena, lungo il Naviglio per accaparrarci l’agognato capo che aveva il vantaggio di andar bene da novembre fino ad aprile, visto il passepartout del blu, colore adatto a ogni stagione.
In classe eravamo in pochi ad avercelo, ma davanti al mio liceo spopolava e noi ragazze lo portavamo con quei foulard di origine indiana che si chiamano saffi, allora di gran moda, giusto per garantire almeno un tocco di femminilità.
Insomma quel giaccone blu è stato compagno di studi e di amicizie, fedele riparo in turbolenti giornate, non solo meteoricamente parlando, un passaporto per sentirsi grandi, e da tutte noi custodito con la massima cura (la lucidatura periodica dei bottoni dorati era un vero rito). Ricordo anche le litigate con mia mamma: ”ma metti sempre quel coso? Ma non hai qualcosa di meglio con cui andare in giro?” Era il commento quasi quotidiano…
Vi ho raccontato queste cose perché su Confidenze questa settimana c’è un articolo su Il mio pezzo nostalgia: accessori o capi moda che di colpo ci catapultano nell’adolescenza e che oggi probabilmente non indosseremmo mai. Anch’io oggi non metterei più quel giaccone così maschile e informe, ma quando mia mamma ha dato l’aut aut minacciando di buttarlo via, non ho esitato un attimo: ho preso un sacchetto e l’ho portato casa con me, certa che quel passato non tornerà mai più, ma resta un’indimenticabile parte di me.
E voi avete un accessorio, un capo che resta il simbolo della vostra adolescenza? Raccontatecelo.
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