Per accorgermi di quanto la gente ami osannare la perfezione di se stessa e della propria famiglia, mi è bastato diventare mamma. Appena ho iniziato a frequentare i giardini con il neonato ancora nella carrozzina, infatti, ho scoperto un mondo pazzesco, animato da madri e nonne ansiose di magnificare la loro creatura che, piccola come la mia, al massimo poteva piangere un po’ meno.
I racconti, però, non si limitavano all’esaltazione del bebè: le mie interlocutrici descrivevano mariti e generi da pubblicità. Un’armonia casalinga da Mulino Bianco. E la totale assenza di nervosismi notturni, visto che il loro tesorino non gli faceva perdere neanche un minuto di sonno.
Le cose non sono cambiate quando i miei bambini hanno messo piede all’asilo. Dove ho incontrato genitori in estasi per la facilità con cui i figli avevano affrontato l’inserimento. Ma anche orgogliosi di aver dato alla luce gioielli talmente intelligenti da riuscire a essere ubbidientissimi nonostante la forte personalità.
Quindi, ogni giorno tornavo a casa rosa dall’invidia perché da noi tutto funzionava in modo molto diverso: il caos regnava sovrano. I due strufolotti non erano certo dei soldatini. E a volte tra me e loro padre scattavano litigi furibondi per cazzate clamorose.
Vi dico tutto questo perché nell’articolo La mia famiglia perfetta è un disastro (su Confidenze in edicola adesso), Sara C. rivela quanto non sia sempre oro ciò che luccica. Tant’è che la nostra lettrice confessa che, a dispetto delle possibilità economiche e dell’apparente affiatamento che lega i suoi parenti più stretti, tra di loro ci sono magagne di ogni genere. E io le faccio i miei più sentiti complimentoni per la sincerità e il coraggio.
Se parlo di coraggio, non è un caso. La maggior parte della gente, infatti, ha paura ad ammettere tensioni, difficoltà e fragilità, che vive come se si trattasse di sue esclusive. Ma quando mai! Il figlio troppo mammone all’asilo, decisamente svogliato alle elementari, molto distratto alle medie e in completo delirio al liceo credo che sia un “bene” comune a molte famiglie. Anche alle migliori.
E lo stesso vale per i mariti infedeli. Naturalmente non parlo dei fedifraghi seriali (che non vanno proprio sposati), ma di quelli che a un certo punto, all’improvviso, tirano fuori un’amante dal cilindro. Quanti ce ne sono? Talmente tanti che se capita di scoprire che anche il tuo ha doti da prestigiatore, non dico di sbandierarlo ai quattro venti. Ma neanche di serbare il segreto con la tenacia del Pentagono.
D’altronde, che la perfezione non sia di questo mondo è cosa nota. Ed è per questo che io di solito non tengo nascoste le cose brutte che riguardano il mio entourage. Intanto, perché il paese è piccolo e la gente mormora (i luoghi comuni sono saturi di verità), quindi tutti saprebbero lo stesso tutto. E poi, perché se anche svelassi solo quisquilie, non mi crederebbe nessuno. Esattamente come io non credo a chi mi dice che la sua è una sunshine family al 100%. Mi spiace, ma so che non esistono!
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