Quando supera certi limiti la gelosia diventa pericolosa, dolorosa (per chi ne soffre) e asfissiante (per chi la subisce). Eppure, se in una relazione non esiste traccia significa che non c’è (o non c’è più) neanche un briciolo di amore.
Ve ne parlo perché sul numero di Confidenze in edicola adesso (andateci, al momento sono ancora aperte) ho trovato un articolo che mi ha incuriosito. Si intitola Gelosia:quattro situazioni quattro soluzioni e descrive le cause che più spesso scatenano l’insicurezza di noi donne nei confronti del partner.
Per quel che mi riguarda, sono una specie di Otello. Ma a modo mio. Nel senso che di base mi sono sempre fidata delle persone che ho avuto accanto (anche perché se fosse stato altrimenti non sarei riuscita a starci insieme). Però, è fondamentale che lui abbia l’accortezza di non insinuare in me il minimo sospetto. In altre parole, non sono quella che spia il cellulare o fruga nelle tasche. Ma può bastare un dettagliuzzo antipatico per far accendere la lampadina. E allora sono cavoli molto ma molto amari.
Rispetto a me i R.I.S. si riducono a dilettanti. E la stessa tenacia che mettono loro nelle indagini, io la riverso nelle mie finché mi forniscono le prove che qualcosa in pentola sta bollendo sul serio. Cioè, che il malandrino mi sta tradendo. Perché se arrivo ad accorgermene io, vuol dire che è vero. Quindi, iniziano i guai, visto che non sono assolutamente disposta a tollerare la condivisione del mio uomo con un’altra.
Più malleabile, invece, è l’atteggiamento che adotto nelle casistiche riportate nell’articolo.
La prima: Soffri per il suo passato. No, non lo facevo a 15 anni (che passato avrebbe mai potuto avere?) e non lo faccio a 56 (è ovvio che ce l’abbia). Confesso, però, che sentirlo raccontare eventi ed emozioni dei tempi andati, quando io non esistevo ancora, non mi piace un granché. Perciò, quando sta per scattare il giramento di palle cerco di convincermi che siccome non mi conosceva neanche, è stupido e inutile che mi incazzi. E se il giramento non si placa (ahimè, succede) mi ripeto come un mantra che se, invece, fossi stata con lui, la mia presenza avrebbe amplificato all’ennesima potenza le sue belle sensazioni. E’ un atteggiamento piuttosto presuntuoso, lo so. Ma mi aiuta a non sbroccare.
La seconda: Sei infastidita da sua madre. L’ho già scritto mille volte: il destino ha voluto che la figura della suocera non entrasse mai nella mia vita. Quindi, su questo punto per me è stato sempre facile essere scialla.
La terza: Ti senti messa da parte per via dei figli. Potrebbe effettivamente essere un grosso problema. Ma anche in questo caso il destino ha giocato a mio favore. Da piccola, rendendomi figlia di genitori divorziati molto disinvolti nel presentarci i loro compagni e nel coinvolgerci nelle loro vite anche quando arrivavano le new entry. Da adulta, poi, incontrando due (allora) deliziose bambine (ormai donne fatte e quasi finite) che non mi hanno mai ostacolato. Tant’è che ancora oggi che le strade mia e del loro papà si sono separate, non sono sparite del tutto. Mentre per quel che riguarda la nuova situazione, le ragazze hanno un’età per cui non esistono più turni settimanali e weekend alternati. Quindi, siamo tutte libere di vivere in sacrosanta pace.
La quarta: Non sopporti i suoi amici. Scusate, ma questo argomento lo ritengo prerogativa delle ragazzine. E se già a 15 anni mi faceva ridere, ma capivo qualche amica che diventava matta, alla mia età mi fa solo ridere. In generale, ma anche a livello personale, perché sui suoi amici io ho solo cose belle da dire. Soprattutto considerando che sono stati proprio loro a presentarmelo!!!
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