Ti è mai capitato che la pelle parlasse per te, rivelando, con rossori e irritazioni, emozioni che non potevi esprimere a parole? A me più volte. Anche se non sempre sono stata pronta a vedere il collegamento.

Tempo fa ero a tavola con due colleghe (oggi ormai ex colleghe entrambe). A un certo punto nasce una discussione, una delle due alza la voce: sta dicendo cose non vere, anzi mente spudoratamente, lo so per certo. Ma non posso parlare davanti alla terza persona a tavola con noi. Mi costringo a tacere, con uno sforzo, avrei le parole sulla punta della lingua e faccio fatica a trattenermi. Il giorno dopo, scopro sulla pancia, sul petto, sulle braccia delle piccole vesciche fastidiose, sembrerebbe varicella, ma l’ho già fatta, possibile che sia tornata? Il mio medico mi manda dal dermatologo d’urgenza, non sa cos’ho, ma potrebbe essere qualcosa di contagioso. Lo specialista mi dice che è pitiriasi rosea, una malattia delle pelle, innocua, che tende a regredire da sola ma dà prurito e richiede un po’ di attenzioni: niente sole, niente tessuti sintetici, niente detergenti schiumosi. E bisogna avere pazienza, durerà almeno un mese.

Ci metto qualche giorno a collegare lo sfogo violento che ho sul corpo con la violenza che ho esercitato su me stessa per non parlare a tavola. Possibile, mi chiedo, che la rabbia, il senso di ingiustizia che ho provato in quel momento, abbia voluto / dovuto trovare un’altra strada per esprimersi? All’inizio l’idea mi sembra fantascienza, ma più ci penso, più la sento verosimile. E quando mi sento convinta di questo collegamento, la malattia comincia a regredire, da sola come aveva detto il dermatologo, ma molto prima delle quattro settimane che lui aveva previsto.

Non mi ha stupito leggere nello Speciale salute che trovate sul n 32 di Confidenze che il 50% delle malattie dermatologiche ha una base psicosomatica. E ho imparato, leggendolo, molte più cose sul legame tra pelle e cervello, pelle ed emozioni, pelle e alimenti.

Voi quando e come avete notato questo legame?