“Credo di non aver mai incontrato qualcuno più diverso dal proprio aspetto di Emma Van A.
A prima vista dava l’impressione di una persona fragile, schiva, insignificante, taciturna, di una banalità destinata al dimenticatoio. Poi ho conosciuto la sua realtà, e sono rimasto irretito nelle seducenti trame di una vita intrigante, imperiosa, brillante, paradossale e inesauribile: da allora il pensiero di quella donna non mi ha più abbandonato.
Certe donne sono trappole in cui si cade e da cui non si ha più voglia di uscire”.
Eric-Emmanuel Schmitt è un virtuoso della letteratura. Riesce a passare dal registro galoppante (anche se piano) del racconto alla calma (anche se furiosa) del romanzo lungo con abilità unica, inconfondibile per chi lo ama e lo segue ormai da molti anni.
La storia di Emma Van A. compare all’interno di questa raccolta, nel primo racconto intitolato proprio La sognatrice di Ostenda.
Ostenda e il mare del Nord, le Fiandre, il rifugio per un uomo con il cuore spezzato. Il viaggio che centrifuga i punti di vista e i sentimenti viziati dall’abitudine e dalla necessità, il viaggio che resetta baricentri. Il rifugio è il colore non elementare di una spiaggia fredda e il primo piano di una villa presa in affitto, Villa Circe. Il punto di vista è quello che viene dal basso, obliquo, ma che sovrasta di Emma Van A. Il baricentro è quello della verità dettata dal sogno, dal desiderio, dalla forza creatrice della parola. Dal patto, sigillo per sempre.
Uno scrittore che ha perso l’amore e una donna alla fine del suo cammino terreno che racconta un segreto. Forse. Una menzogna, come ogni grande favola. Forse.
Non voglio dirvi di più. Eric-Emmanuel Schmitt è una vertigine narrativa che va dalla a alla z, un’emozione che strangola ogni ovvietà.
Se avete amato ma non era il luogo giusto e neanche il tempo giusto, se giusti erano solo i cuori e i pensieri e i baci, ascoltate la storia di Emma Van A.
“Arriva un momento in cui bruciamo, in cui ci bruciamo,
ed è intenso, meraviglioso. Dopo, non resta che cenere.
Da un amore totale non ci si riprende mai”
Eric-Emmanuel Schmitt, La sognatrice di Ostenda, e/o
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