La vita è una favola (nel vero senso della parola)

Cuore
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E, come tutte le favole, porta con sé mille tribolazioni. Ma noi dobbiamo sognare il meglio, ispirate da Cenerentola & friends

Cappuccetto Rosso. Cenerentola. Biancaneve e i sette nani. Ne cito solo tre, ma avete presente le trame delle favole in generale? Iniziano tutte nell’idillio. Degenerano con precisa puntualità in drammi clamorosi. E riservano sempre un happy end esplosivo e commovente.

Il format, pur trito, ritrito e assolutamente scontato, è fenomenale. Tant’è che ci appassiona sin dalla più tenera età. Ma se da bambini consideravamo quelle storie una dolce ninna nanna (nonostante le bambine divorate dai lupi e le orfane vessate dalle matrigne), crescendo ci siamo accorti che, come recita il titolo di un articolo su Confidenze, Tutti abbiamo bisogno di una fiaba.

Un’affermazione che mi trova d’accordissimo. Infatti, non basta allontanarsi dal periodo dei libri illustrati e dei cartoni animati per liberarsi dalla necessità di appigli che ci facciano sperare in un futuro felice. Anzi.

Considerando che il passare degli anni conferma quanto la nostra esistenza possa dipanarsi come le vicende che ci hanno raccontato da piccoli, è bello continuare a credere che anche per noi è previsto il lieto fine.

D’altronde, è proprio questa la forza delle favole: i protagonisti pesantemente tribolati che alla fine ricevono un premio roseo come un tramonto primaverile convincono che lo stesso avverrà anche nella realtà.

Non solo: in attesa dell’happy end, le storie di fantasia insegnano tanto.

Per esempio, che far troppo di testa propria come Cappuccetto Rosso significa mettersi nei guai seri. E che sorridere nelle avversità come Cenerentola, ridotta a sguattera dal parentado, non vuol dire abbandonarsi a un triste destino, ma metterla nel sacco ai nemici.

Tra chi lancia un messaggio importante va annoverata anche la coraggiosissima Biancaneve. La quale, pur scellerata nell’accettare ospitalità da sette uomini sconosciuti, suggerisce un’inconfutabile verità: a volte fidarsi della prima (buona) impressione sul prossimo può far nascere grandi, grandissime amicizie.

Insomma, con le loro morali le favole sono un po’ il bastone e la carota. Nel senso che mettono in guardia sulle avversità. E, nel frattempo, spronano a farvi fronte.

Soprattutto, però, permettono di confidare nell’agognato finale gioioso. Che sui libri si palesa lampante con il classico “e vissero tutti felici e contenti” per un motivo preciso. A un certo punto l’autore, costretto a mandare in stampa la sua opera, deve concluderla senza un seguito.

Nella vita, invece, il prosieguo c’è eccome. Infatti, dalle stelle è un continuo tornare alle stalle (e viceversa), in balia di un vortice tempestoso.

Cambiare la sua impetuosità a volte è difficile. E aggrapparsi a una fiaba un’ottima strategia per non farsi annientare.

Da qui il motivo per cui, come tante Cinderelle, dobbiamo tutte credere che ballo e principe azzurro siano in serbo anche per noi.

Confidenze