Fra pochi mesi sarà il ventesimo anniversario della morte di Lady D. Prima che i media ci assordino, rispolverando gli scandali e il dubbio che l’incidente fosse in realtà un attentato della Corona, vorrei dedicarle un saluto affettuoso, alla buona, come un’antica cartolina.
All’inizio mi era sembrata un’oca, invece era un’oca geniale. Un gigante della comunicazione. Nel suo duello con la regina Elisabetta, per la prima volta nella storia, oppose al potere della monarchia inglese il potere dei media, e vinse.
Diventò un mito paragonabile solo a quello di Evita Peron, che però fu divinizzata dopo la morte, mentre lei in vita. E poi Evita rappresentava un potere, Diana soltanto il suo sex appeal, la sua aria smarrita.
Fu scelta come moglie di Carlo su un catalogo delle giovani nobili “Questa. Sarà la nostra marionetta”. E non la avvertirono che il marito era già sposato. Con Camilla. Da molti anni, e felicemente.
Camilla era una delle più grandi bruttezze del suo tempo, ma anche un perfetto gentiluomo britannico, come Carlo, e condividevano le cose più importanti: lo scotch, il polo, il whist, i sigari, i cavalli.
Non sarebbe certo stata un ostacolo quella bambolina che era lì solo per tacere e figliare. Invece diventò il più grande fenomeno divistico del ‘900. La Cenerentola moderna che davanti alle telecamere annichilisce il principe azzurro infedele, e diventa l’eroina delle casalinghe, e il sogno erotico dell’Inghilterra. La sua era una pretesa assurda, fare una rivoluzione da moglietta piccolo borghese vivendo in un palazzo di 200 stanze, rivendicando i diritti di una sposa comune, c’è un’immensa ambizione in chi sposa un futuro re, tanto che alla vigilia delle nozze Diana scorazzava in bici nei corridoi del palazzo (così sterminati che tutti usano le ruote) gridando “Domani sposo l’erede al trono!”.
Ma aiutò milioni di donne intimidite ad alzare la testa. Nessuno sa se quando Diana morì con Dodi al Fayed nello scontro, ci fu la mano dei Servizi, perché la sua libertà era un perenne scandalo e smacco per la monarchia, ma certo a Buckingham Palace avranno tirato un sospiro di sollievo. Carlo, poi era geloso. Non della donna, ma del personaggio. Diana era la sua rivale. Gli era stata antipatica subito, quella smorfiosa, perché fin dalle prime uscite pubbliche, applaudivano solo lei. Pazienza le corna di rimando, ma questo non si perdona. Con Camilla invece, se qualcuno applaude, è solo per lui. E per un delfinone senza qualità, invecchiato nell’attesa del trono, con una madre immortale, sono grandi soddisfazioni.
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