Fino a poche decine di anni fa sarebbe stata la scelta più naturale del mondo. Non lavorare e stare a casa per crescere i figli.
Oggi le cose sono molto diverse. Non solo le donne hanno diritto di lavorare e desiderio di realizzarsi, ma, spesso, in famiglia non si può più fare a meno di quel secondo stipendio.
In mancanza dell’aiuto dei nonni, che sono sempre più giovani e magari lavoratori a tempo pieno, le mamme devono ricorrere ad asili nido e tate. Con costi non indifferenti.
Ne vale la pena? Ce lo siamo chiesto tutte. E ognuna di noi ha tirato le sue somme.
Ogni storia è a sé. In linea di massima quando si ha un buon lavoro converrebbe tenerselo stretto ma, è raro e, sono tante le donne che si dividono tra lavori precari, stipendi bassi, orari poco flessibili e le spese necessarie per affidare il bebè ad altri.
Questa settimana su Confidenze, nello spazio dedicato a Le mie emozioni, una giovane mamma racconta di come, dopo la nascita di suo figlio, si sia trovata di fronte a un bivio. Tornare a lavoro o restare a casa con il bambino?
La sua non è stata una scelta dettata da ideali o desideri, infatti per rientrare in ufficio avrebbe dovuto spendere tutto il suo stipendio (più un’extra) in baby sitter. Così si è messa a tavolino con suo marito, hanno parlato e preso la decisione migliore per loro, Giusy ha lasciato il lavoro. Poi si vedrà. Lei spera di poter ricominciare a lavorare, magari part-time, dopo che il piccolo sarà entrato alla scuola materna.
Ha fatto bene? A questa domanda può rispondere solo lei. Però a voi chiedo, lasciare il lavoro per i figli, lo fareste?
E se l’avete fatto, ve ne siete pentite?
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