“Siamo tutti il grande amore di qualcuno.
Voglio scriverlo, in caso io venga scoperto e non riesca a terminare queste pagine, in caso le mie confessioni vi turbino al punto da gettarle nel fuoco prima che io arrivi a raccontarvi d’amore e di assassinio.
E come biasimarvi? Tante cose possono impedire di ascoltare il mio racconto.
C’è da spiegare un cadavere. Una donna amata tre volte. Un amico tradito. E un bambino cercato a lungo.
Così comincerò dalla fine, dicendovi che siamo tutti il grande amore di qualcuno”.
La prima volta che ho letto questo libro ero sotto esperimento. Un mio caro amico mi passò una copia alterata: aveva coperto con una carta blu opaco la copertina e tutte le pagine contenenti informazioni fondamentali come nome dell’autore, titolo del libro e data di pubblicazione. «Leggi», mi disse. «E poi mi dirai, prima di scoprire di cosa si tratta, le tue impressioni».
In una notte infinita che durò quanto un battito d’ali mi ritrovai catturata in una storia narrata con una grazia e un ardore e una passione incredibili.
Deve trattarsi di un grande classico che chissà come mi era sfuggito. Deve trattarsi di un grande autore del primo Novecento. Queste le cose che dissi al mio amico con la voce ancora incrinata dall’emozione violenta provocata dalla lettura del libro senza titolo e senza autore.
Il libro di Andrew Sean Greer (nato nel 1970 a Washington) è stato pubblicato in America nel 2004. Racconta una storia inverosimile di nascita e di morte. Racconta l’amore di Max per Alice. Racconta un’amicizia impossibile da dimenticare. Icona del movimento gay d’oltreoceano, Greer analizza l’amore eterosessuale con destrezza chirurgica e ci regala, grazie alla metafora che fa da base alla trama, una lettura compassionevole e magistrale delle due facce dell’amore.
Le confessioni di Max Tivoli, tradotto in italiano da Elena Dal Pra, è un libro di fantascienza. È un giallo. È un memoir. È romanzo di formazione. È romanzo a tutto tondo. È’ grande storia d’amore.
E, come amo dire ogni volta che parlo di questo autore superbo, la prosa di Andrew Sean Greer è vera e purissima poesia.
“Di lei non conoscevo solo gli aspetti ovvi. Conoscevo l’infausto colpo di tosse di quando si annoiava; conoscevo l’odore dell’anice che usava per coprire quello delle sigarette; conoscevo il brivido delle sue tre vertebre visibili quando un’idea la scuoteva; conoscevo il fremito delle sue palpebre irritate dalla stupidità. Le cose che conoscevo, la Alice che conoscevo, il tempo non le avrebbe toccate”.
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Andrew Sean Greer, Le confessioni di Max Tivoli, Adelphi
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