Sul numero di Confidenze di questa settimana c’è l’articolo Le regole “nordiche” fanno bimbi felici. Che, prendendo spunto dal manuale Il metodo danese per crescere bambini felici di Jessica Alexander e Iben Sandhal (Newton Compton Editori, 10 euro), spiega che le famiglie del nord Europa crescono i bambini seguendo norme molto diverse dalle nostre. Con risultati mica male.
Questo argomento mi affascina, perché l’ho sperimentao sulla mia pelle.
Mi spiego: io sono italiana (italianissima, direi!), mentre mio marito ha origini tedesche. Un dettaglio che si manifesta non solo nell’estetica (lui ha la pelle e gli occhi così chiari che io, in confronto, sembro una messicana) e nelle preferenze gastronomiche (io mangio lasagne, lui wurstel), ma anche nell’educazione della nostra Elisa.
Un esempio. Se la piccola inciampa, cade e non si fa assolutamente nulla, io corro da lei con il cuore in gola, la abbraccio e la coccolo come se fosse successa la più grande tragedia del mondo. Lui, nella medesima situazione, si limita a chiedere: “Tutto bene, Elisa?”.
Non so chi di noi abbia ragione, probabilmente la perfezione sta nel mezzo.
Di sicuro, però, mio marito, con il suo “distacco affettuoso” (io lo chiamo così), mi ha insegnato l’importanza di lasciare che i figli facciano le proprie esperienze, sperimentino e imparino il valore dell’autonomia.
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