Del numero di Confidenze in edicola adesso, l’articolo che mi ha colpito maggiormente è Gli amori interrotti sono più intensi?, in cui alcune donne raccontano di aver rimpianto per una vita i vecchi fidanzati con i quali si sono lasciate bruscamente.
Peccato che poi, quando li hanno rincontrati molto più avanti nell’età, degli uomini meravigliosi che ricordavano spesso non c’era la minima traccia.
Insomma, le tipe intervistate hanno trascorso il tempo a idealizzare personaggi che nella realtà non esistevano, se non nella loro mente nostalgica. Il che mi ha fatto domandare come sia possibile vivere nella malinconia di quel che non è stato, inventandosi storie da film con gente che non fa più parte di noi.
Non è mia intenzione criticare nessuno, ma a me sembra una follia. Sempre. Se si ha lasciato, ma anche se si ha subito l’abbandono.
Nel primo caso, d’acchito mi verrebbe da dire «Chi è causa del suo male pianga se stesso». Perché la scelta di rompere una relazione è assolutamente personale. Pure da giovanissimi, quando magari si dice addio per cause che si credono di forza maggiore (un trasferimento di città o genitori impiccioni che reputano amara la nostra dolce metà). Ma che alla fine sono solo scuse prese al balzo.
Ne sono profondamente convinta. A dichiararlo, però, ci sono anche la letteratura e addirittura la Storia, pronte a dimostrare quanto l’amore sia un sentimento che pervade chi lo insegue di una tempra al limite dell’eroico. Capace di spingere ai più arditi gesti e ad affrontare le più difficili prove.
Quindi, non mi si venga a dire che il ragazzo lasciato da adolescenti poteva essere l’uomo perfetto da avere accanto. Se così fosse stato, ce lo saremmo tenuti stretto stretto anche abitando a chilometri di distanza, in una famiglia a lui ostile.
Più difficile da gestire è di certo un due di picche, magari improvviso e inaspettato.
Anche per questo caso tiro fuori un luogo comune: «Chi non ti ama non ti merita». All’inizio una magra consolazione. Ma che nel tempo si rivela sempre una grande verità. Nonostante la certezza del “cosa sarebbe stato” la potrebbe dare solo Sliding doors alla riscossa.
Eppure, proprio quel film conferma la mia teoria. Cioè, che la vita non esclude andazzi diversi da quelli previsti. Ma neppure l’agognato happy end.
Ecco, allora, il mio doppio invito. A non perdere tempo tormentandosi nel rimpianto degli amori perduti. E ad accogliere con gioia quelli nuovi, evitando di pensare che con l’ex sarebbe stato tutto più bello. Perché non è mica detto.
Aggiungo un altro suggerimento alle coppie che si rendono conto di non funzionare, pur volendosi ancora bene: lasciarsi senza chiudere definitivamente i ponti.
Una volta finito l’amore, infatti, c’è l’opportunità di far nascere una meravigliosa e profondissima amicizia che durerà davvero per sempre. A me, per esempio, è successo con i miei ex importanti. Anche grazie alle splendide donne che hanno sposato e a chi ha preso il loro posto al mio fianco.
Tant’è che oggi, tutti scevri da qualsiasi stupida gelosia, formiamo un solido gruppo che si frequenta allegramente. Senza Nessun rimpianto (e nessun dolore), come canta il grande Max Pezzali!
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